Pellizzari: «Le fusioni? Nel calcio vanno abolite»

Strano territorio quello trentino. Mentre a livello politico e amministrativo la Provincia autonoma di Trento sta facendo pressioni sui Comuni perché si fondano tra di loro, anche con una riforma legislativa al vaglio da domani del Consiglio provinciale, in campo sportivo, più specificatamente calcistico, il comitato trentino della Federazione si oppone con forza alle fusioni tra società dilettantistiche. Il tema è tornato di attualità lunedì scorso durante l'assemblea di tutte le società trentine affiliate alla Figc. Ettore Pellizzari, il presidente, ha ribadito con forza che il comitato è contrario alle fusioni.

Lo ha fatto in due modi: inserendo fra le 20 priorità da sottoporre al nuovo presidente della Lega nazionale dilettanti (il successore di Carlo Tavecchio verrà eletto il prossimo 10 novembre) l'abolizione dell'istituto della fusione, previsto dall'articolo 20 delle norme organizzative interne federali, e spiegando nella relazione i motivi di questa proposta. Nel dettaglio, al punto 11 del documento trasmesso alla Figc/Lnd, si scrive: «Abrogare l'istituto della fusione fra Società dilettantistiche (art. 20 delle NOIF) per il fatto che esso fornisce normativamente a certe dirigenze societarie incoraggiamento per interrompere l'esistenza di molte società». Ma perché, in tempi di spending review, una presa di posizione così netta? «L'attuale difficile congiuntura economica - spiega nella sua relazione Pellizzari - sta mettendo in grave difficoltà il movimento volontaristico che regge le sorti delle associazioni sportive dilettantistiche. Questo fatto potrebbe comportare una riduzione del numero delle affiliate. Anche il ricorso all'istituto della fusione fra più società rischia di compromettere l'attuale organico del Comitato. Di conseguenza si potrebbero verificare situazioni negative innanzitutto sotto l'aspetto della promozione sportiva giovanile e dilettantistica e quindi anche con riflessi sfavorevoli sul piano della formazione sociale e civile delle giovani generazioni visto che lo sport di base oggi svolge una funzione anche in tal senso. Non mancherebbero ricadute negative anche sul Bilancio economico. Il Consiglio direttivo del C.P.A. di Trento è intensamente impegnato a scongiurare le negative ipotesi sopra accennate e a promuovere ogni iniziativa possibile a favore del mantenimento del numero delle associazioni sportive affiliate».

caDel resto già la scorsa estate il Comitato trentino aveva espresso parere negativo alla fusione, poi andata in porto, tra Villazzano e Povo, da cui è nata la nuova ViPo (nella foto la festa della società). E lo aveva fatto con una lettera che non aveva mancato di sollevare più di un mugugno fra i dirigenti della collina. Dopo aver sottolineato l'alto numero di tesserati delle due società (197 per il Villazzano e 174 per il Povo Scania) ed aver evidenziato che i due pasesi sono in crescita demografica, Pellizzari aveva piazzato l'affondo: «Non risulta che le attuali dirigenze di Villazzano e di Povo Scania abbiano esperito tutte le azioni atte ad individuare naturali successioni ai propri gruppi dirigenti, che avrebbero consentito la prosecuzione delle singole attività societarie. La fusione - si proseguiva più avanti - determina una via di fuga per dirigenti di società che, non avendo ottemperato alle finalità dell'atto costitutivo dei padri fondatori, nessuna azione concreta mettono in atto per garantire la prosecuzione societaria, rifugiandosi invece nella fusione». Il tema è stato affrontato anche nell'assemblea di lunedì scorso con il presidente Pellizzari che ha citato il calcio solandro come esempio negativo degli effetti causati dalle fusioni. Un accenno che ha innescato discussioni nella sala congressi dell'Interbrennero ma, soprattutto, che ha causato la reazione risentita dei dirigenti dell'Ac Solandra Val di Sole, nata dalla fusione delle associazioni Alta Val di Sole, Bassa Val di Sole, Dimaro-Folgarida e Solandra giovanile. Il direttivo ha voluto replicare con una lettera accorata, che pubblichiamo sotto. Il dibattito è aperto.

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