Renzi: «Società calcio paghino straordinari alla polizia»

 Via libera ma con paletti della commissione Bilancio all'emendamento al decreto legge stadi che prevede che "una quota tra l'1 e il 3% degli introiti complessivi derivanti dalla vendita dei biglietti" sia destinata a finanziare gli straordinari delle forze dell'ordine. In commissione c'è stato invece uno stop, per mancanza della relazione tecnica, della norma che prevede di utilizzare una quota dei ricavi complessivi dei club di serie A e B per la sicurezza

Via libera ma con paletti della commissione Bilancio all'emendamento al decreto legge stadi che prevede che "una quota tra l'1 e il 3% degli introiti complessivi derivanti dalla vendita dei biglietti" sia destinata a finanziare gli straordinari delle forze dell'ordine. In commissione c'è stato invece uno stop, per mancanza della relazione tecnica, della norma che prevede di utilizzare una quota dei ricavi complessivi dei club di serie A e B per la sicurezza. Per quanto riguarda il finanziamento delle forze dell'ordine con i biglietti delle partite, la commissione Bilancio ha posto una condizione: i decreti della presidenza del Consiglio che dovranno essere emanati su questo tema dovranno essere esaminati dalle commissioni parlamentari, compresa la commissione Bilancio che dovrà valutare la compatibilità finanziaria. Fermato invece, per mancanza di relazione tecnica l'esame dell'emendamento a prima firma Emanuele Fiano (Pd) che prevede che "una quota dall'1 al 3 per cento dei ricavi complessivi delle società professionistiche di calcio di Serie A e B" sia utilizzata per gli straordinari delle Forze dell'ordine. Nella proposta di modifica si legge anche che il gettito che dovrebbe arrivare tramite questo meccanismo non dovrebbe essere "inferiore a 25 milioni di euro".

 

Una sorpresa "spiacevole e preoccupante", giunta "senza un minimo di confronto" che invece "è indispensabile". Non usa giri di parole Maurizio Beretta, presidente della Lega di serie A, commentando l'emendamento al dl contro la violenza negli stadi, approvato ieri in Commissione affari costituzionali della Camera. Prevede che le società contribuiscano "al mantenimento della sicurezza e dell'ordine pubblico" ed in particolare al pagamento degli straordinari delle forze dell'ordine con una quota non inferiore all'1% e non superiore al 3% degli introiti complessivi derivanti "dalla vendita dei biglietti e dei titoli di accesso validamente emessi". "Rispettiamo il legislatore ed il lavoro della polizia - premette Beretta - ma il provvedimento così com'è ci preoccupa molto, anche per il precedente che rischia di costituire. Le società di calcio sono contribuenti significativi come tutti gli altri e penso che non sia facile stabilire cosa è ordinario e cosa straordinario, perché dipende dai modelli organizzativi. In più rischiano di pagare a piè di lista delle organizzazioni fatte con assoluta professionalità, ma da soggetti diversi da noi. E poi, questo provvedimento è dedicato al calcio o agli eventi sportivi, come è scritto nel testo dell'emendamento? Penso che ci siano diversi aspetti su cui bisogna fare chiarezza".

 

Giorni fa già il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, sentito dalla Commissione, aveva bocciato l'idea che le società si caricassero di ulteriori costi: "La parte fiscale che il mondo professionistico sostiene non può portare a dare un contributo su un costo di sicurezza che viene già garantito dall'imposizione fiscale dello Stato". Il costo degli straordinari è di circa 25 milioni l'anno. "Sono per noi una cifra estremamente importante che certo non può essere imputata al calcio o allo sport in genere. Altrimenti - è il timore di Beretta - si rischia di penalizzare la competitività dei club italiani all'estero. Ricordo che tutta la sicurezza all'interno degli stadi, che sono pubblici, è pagata dalle società direttamente con gli steward. Mi sembra che si stia cercando di addossare questo peso su alcune realtà che già ne sopportano una parte significativa. Se andiamo a guardare i numeri sarà più facile capire di che grandezze parliamo. Un confronto nel merito è indispensabile".

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