Aquila abbattuta all'ultimo secondo

Se specchiarsi nello sport è rischioso, nel basket è letale. E ad essere punita per il troppo narcisismo, ieri, è stata l'Aquila capolista. Per la prima volta in questo campionato, la formazione di Buscaglia si è improvvisamente messa a contemplare la gara. Al PalaTrento, per giunta. Anziché giocarla e aggredirla con il coltello tra i denti come al solito, si è adagiata, convinta di poterla domare senza troppa fatica

di Carlo Azzolini

bitumcalorTRENTO - Se specchiarsi nello sport è rischioso, nel basket è letale. E ad essere punita per il troppo narcisismo, ieri, è stata l'Aquila capolista. Per la prima volta in questo campionato, la formazione di Buscaglia si è improvvisamente messa a contemplare la gara. Al PalaTrento, per giunta. Anziché giocarla e aggredirla con il coltello tra i denti come al solito, si è adagiata, convinta di poterla domare senza troppa fatica. Perché, infatti, la differenza tra le due squadre, oltre ai 12 punti di differenza in classifica, si è vista nettamente nei primi 25' minuti di partita. Trento dominava in lungo e in largo, spadroneggiava.
 
Era arrivata a +18 addirittura al 17'. E allora, forse inconsciamente, si è seduta, concedendo agli ospiti, limitati ma esperti e combattivi, la possibilità di rientrare. Cosa che hanno fatto, silenziosamente ma costantemente, fino a giocarsi la palla per vincere la gara negli ultimi palpitanti istanti di gara con l'Aquila in difficoltà. A 3'' rimessa a metà campo: Guarino per il cecchino della serata Bucci che dall'angolo infila il 65-66. Amarezza e delusione cocente per Trento, colpaccio per Ferentino. Troppo sottovalutata nei 40'.
 
Comprensibile, visto l'inizio a senso unico. 13 a 7 al 6'. «Dada» Pascolo è implacabile. Infila pure il +7 che costringe l'esperto Gramenzi a chiamare time out e ad inserire l'ex di turno «Garro» Garri (si è preso una piccola vendetta dopo la mancata conferma). È praticamente solo lui a prendersi tutte le luci dei riflettori (già 13 con 6 rimbalzi!). Il suo gioco da tre punti scava il primo, vero, break della partita. 24 a 11 alla prima sirena. Gara, eufemisticamente, portata sui binari giusti. Anche per merito della difesa, praticamente perfetta sia da sotto che da sul perimetro (11 rimbalzi difensivi contro 5). Ferentino soffre. A rimetterla in carreggiata sono più che altro le incertezze bianconere: qualche fallo di troppo di Lechthaler (poi bilanciata da una schiacciata delle sue), e qualche tiro forzato da Elder e Spanghero. Lodevoli tentativi per dare un po' di pepe ad un match che altrimenti, oggettivamente, non avrebbe storia. I frusinati non collaborino. E allora Trento vola sul 35 a 20. Troppo alto il suo ritmo. Troppo potenti le percussioni di Triche, che oltre a segnare recupera anche palloni (piacevole e utilissima novità). Suo il +18 al 17'. All'intervallo si va sul 42 a 29, generosamente concesso da una palla persa di Spanghero quasi allo scadere. Ultima chiamata per gli ospiti.
Che al rientro, stavolta, rispondono presente con Mosley (-11) e poi con Guarino (-8).
 
Per Buscaglia mani sui fianchi e sguardo piuttosto contrariato. Questione di atteggiamento, troppo superficiale. Assurdamente superficiale. Certo, due accelerazioni dei due azzurrini rimettono il 49 a 34 al 24'. Ma intanto le triple del guastafeste tatuato Bucci «complicano» i piani aquilotti a favore della sceneggiatura del match. Segna, di nuovo, il -8. Che diventa -6 con i liberi di Garri dopo azioni concitate.
 
Attenzione, momento delicato. Fiorito sbaglia due tiri in fila, mentre Green mette la bomba del 51-48 che porta all'ultimo quarto. Gara incredibilmente riaperta, frequente nel basket. I granata prendono coraggio e mentre i bianconeri ancora si chiedono il motivo, Garri, di qualità, mette il -1. Subito dopo Pierich, che di partite ne ha giocate, beffa con il 53-55. Incredibile, PalaTrento incredulo (non c'erano 13 punti di differenza solo 7 minuti fa?!). Comincia un'altra partita.
Con l'inerzia, però, per i frusinati (19 a 7 di parziale). Palla a Forray, naturalmente. Serve tutta la sua grinta per contrastare la fenomenale vena di Bucci, implacabile al tiro.
 
Col suo coraggio Trento resta in scia, aggrappata al match. 60 pari al 3' dal termine. Con Ferentino, però, a comandare. Con grandissima solidità e lucidità, doti improvvisamente venute meno ai trentini. Adesso sotto 62-64 a 1'24'' dal termine. Lo stesso a 48'' dalla fine dopo l'errore di Pierich. Errore che commette poco dopo pure Green. In mezzo il libero di Triche che vale il possesso trentino sul 63-64 a 9'' dal termine.
 
Rimessa dal time out: palla a Pascolo che segna il +1. 65-66. Si esulta, ma mancano ancora 3'' e un time out per Gramenzi. Il tempo di un tiro, quello di cui sappiamo di Bucci. Ferentino sbanca il PalaTrento. Come si dice, servirà da lezione. Soprattutto nella prosima sempre in casa con Forlì e poi nell'infrasettimanale il 5 febbraio al PalaOlimpia con la corazzata da playoff Tezenis Verona.

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