Mega Conci Coppa d'oro

Conci! 17 volte Nicola Conci! E il 17 per lui da ieri diventa numero magico perché coincide con il sigillo più importante della sua ancor verde carriera. Il giovane talento perginese conquista in solitaria la 46ª edizione della Coppa d'Oro, una delle gare più importanti nel panorama ciclistico giovanile, aggiungendola alle altre 16 gare già vinte in questa stagione

di Michele Gretter

conciBORGO VALSUGANA - Conci! 17 volte Nicola Conci! E il 17 per lui da ieri diventa numero magico perché coincide con il sigillo più importante della sua ancor verde carriera. Il giovane talento perginese conquista in solitaria la 46ª edizione della Coppa d'Oro, una delle gare più importanti nel panorama ciclistico giovanile, aggiungendola alle altre 16 gare già vinte in questa stagione. Un successo ancor più importante di quanto non lo sia già in sé, perché ottenuto col peso di favorito numero 1 sulle spalle, preparato e fortemente voluto da Conci, che ha resistito all'idea di provare la fuga a Tenna, rimanendo nella pancia del gruppo fino a pochi chilometri dal traguardo, quando ha dapprima alzato un'andatura già tirata sull'ultima ascesa a Telve guadagnando una quindicina di secondi su tutti nel tratto finale, e poi li ha difesi in discesa e nell'ultimo km in pianura.
Ma la corsa valsuganotta è abbinata a filo doppio alla figura di chi gestisce la squadra, ovvero il direttore sportivo: la Coppa d'Oro vuol dire anche e soprattutto Gran Premio dei Direttori Sportivi italiani, un altro alloro che finisce in casa Conci, visto che il direttore sportivo del Valle di Cembra è Michele, padre di Nicola. Nella memorabile giornata del trionfo di un trentino alla Coppa d'Oro, l'entusiasmo non deve far dimenticare anche l'ottimo nono posto del corridore di casa Daniel Smarzaro, portacolori del Vc Borgo che ha corso e si è piazzato per il suo ds Nico Pasini.
Gara iniziata dopo la splendida sfilata introduttiva, guidata dal primo vincitore della corsa valsuganotta, Pietro Poloni, che s'impose sul traguardo allora posto ad Avio nel 1965; le prime schermaglie iniziano dopo pochi chilometri, con tre corridori in fuga: Ceolin, Pellizzer ed il trentino Weber (compagno di squadra di Conci), ma il tentativo dei fuggitivi finiva prima di arrivare a Levico, grazie alla forte andatura tenuta da tutto il gruppo, superiore ai 40 chilometri orari.
Una volta ripresi gli apripista, si attacca come sempre a tutta la salita di Tenna, che porta al primo Gran Premio della Montagna «Memorial Paia»: generoso protagonista (fin troppo, forse, visto le emergie profuse) in questa fase, Riccardo Lucca, portacolori della Forti e Veloci di Trento che dopo aver sfilato il gruppo è transitato primo al Gpm. All'altezza di Novaledo nuova fuga solitaria, intrapresa dal bolzanino Graf, ma senza gloria.
La bagarre, secondo il classico copione della Coppa d'Oro, continua: scatti e fughe si ripetrono a brevi intervalli, tenendo a ritmi vertiginosi l'andatura della carovana; così il gruppo rientra in Borgo abbastanza spezzettato, con un terzetto davanti a tutti, composto da Fiaschi, Biondi e Di Genova. Scendendo verso Scurelle, si aggiungono altri tre ciclisti, Bittoto, Ferronato e Rossi: i fuggitivi riescono ad incrementare il vantaggio, arrivando a 1'04'' prima della salita di Telve, dov'era posizionato il secondo Gran Premio della Montagna «Memorial Toni Comunello», vinto dal portacolori della Postumia, Andrea Bittoto. Poi la discesa verso Borgo, per il traguardo volante posto in via Spagolla e dedicato alla memoria di Antonj Orsani: il primo a transitare sotto lo striscione è  Filippo Ferronato, corridore del Bassano 1892, avanti di una trentina di secondi sul gruppo. La corsa entra nella fase più calda, i pezzi da 90 si muovono ed i fuggitivi vengono inesorabilmente «fagocitati» all'altezza di Scurelle. Si va alla resa dei conti di nuovo sulla Telve. A prendere il comando delle operazioni è il super favorito Nicola Conci che propone a gruppo un'andatura asfissiante a cui resistono in pochi. Quando sembra ormai impossibile che il trentino riesca a scrollarsi di ruota i rivali più temibili, negli ultimi 500 metri in pavé nel centro storico di Telve, Conci riesce nell'impresa, riuscendo a scollinare con 10" di vantaggio sugli immediati inseguitori. Non molto, ma abbastanza per difenderli in discesa dal disperato tentativo di rientro di Dotti, molto abile in picchiata. Nel chilometro finale pianeggiante Conci fa sfoggio anche delle sue qualità di cronoman e ricaccia a distanza di sicurezza l'inseguitore, consegnandosi all'ovazione del pubblico assiepato sul rettilineo d'arrivo.

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