Tifosi del Trento: «Andatevene»

I tifosi del Calcio Trento, con una nota che raggruppa il pensiero di quattro realtà chiedono senza mezzi termini di far morire la squadra che, dal 1921 difende i colori gialloblù della città. La mail è essenziale, ma molto esplicita. Viene domandato alla dirigenza di rassegnare in blocco la dimissioni, di consegnare le chiavi della sede al sindaco Andreatta e «sparire letteralmente da Trento col suo bagaglio di promesse mancate e silenzi, lasciandoci morire e risparmiandoci altre figuracce»

di Stefano Piffer

gol trento tifosi ultrasTRENTO - Avviliti, spoetizzati e delusi. Ma soprattutto molto arrabbiati. Sono i tifosi del Calcio Trento che ieri, con una nota che raggruppa il pensiero di quattro realtà, hanno inviato una mail alle redazioni in cui chiedono senza mezzi termini di far morire la squadra che, dal 1921 difende i colori gialloblù della città. La mail è essenziale, ma molto esplicita. Viene chiesto alla dirigenza di rassegnare in blocco la dimissioni, di consegnare le chiavi della sede al sindaco Andreatta e «sparire letteralmente da Trento col suo bagaglio di promesse mancate e silenzi, lasciandoci morire e risparmiandoci altre figuracce». Viene inoltre chiesto che nessuno sponsor locale o nazionale dia credito a qualunque nuova iniziativa, invitando anche gli atleti contattati a dire di no a un possibile nuovo progetto.


La bagarre di queste settimane ha dunque esasperato i supporter delle quattro tifoserie (Ultras '78, Fedelissimi, Vecchia Guardia e Solo Trento, in tutto circa 500 persone), che ogni settimana si sono recate al Briamasco per sostenere la squadra. Stefano Riggio è il portavoce e ammette che «l'ideale sarebbe cancellare per riformare. Ma a questo punto forse è il caso di eliminare completamente questa realtà. E' preferibile staccare la spina a questo corpo morente, piuttosto di un accanimento terapeutico che continua a tenere in vita le pochezze che abbiamo visto fino adesso. L'eliminazione fine a se stessa fa male. Ma è peggio continuare con l'andazzo degli ultimi anni». Da qui la mail.

 

«Con la quale chiediamo che se ne vadano. Non si può più andare avanti così. L'attuale situazione non riguarda solo l'ultima stagione. Sono anni che crediamo di aver raggiunto il fondo e invece continuiamo ogni volta a scavare, facendo figuracce sia sportive sia dirigenziali sia nei confronti della politica e degli sponsor. Che la dirigenza - che attualmente si trova beatamente in vacanza ad Amalfi, fregandosene di quello che sta accadendo qui - restituisca la chiavi della sede al primo cittadino che è il garante della città e se ne vada. Di più. Abbiamo saputo dell'interesse di un personaggio legato al Trento, quale Gianni Petrollini. Si dice che voglia venire qui e prendere in mano la situazione. Anche a lui chiediamo gentilmente di lasciar perdere, rimanere dov'è e di non venire a farsi i suoi interessi qui. Ci sono tante squadre in giro per l'Italia, perché capitano sempre a noi questi personaggi?». Ogni giorno il destino del Trento sembra diverso. Chi non segue la vicenda non capisce molto. «Nemmeno noi che ce ne occupiamo quotidianamente. L'attuale caos è causato dalla totale assenza di un timoniere, con una dirigenza ridotta all'osso. Il presidente è il signor Belfanti da Mantova che però ha ceduto le quote al proprio avvocato e alla moglie. Quindi un non presidente ha in mano i fili della società. Oltre a loro tre non c'è nessun'altro: non c'è un segretario, un direttore sportivo, un addetto marketing, un responsabile del settore giovanile, nulla. Non c'è nemmeno la rosa che è stata pignorata e ora ha perso completamente la credibilità anche nei confronti della tifoseria trentina e dell'intera comunità locale. Una situazione allo sbando con la quale ci si presenta alla dead line del 19 luglio, ultimo giorno utile per l'iscrizione all'Eccellenza, a cui si arriva senza nulla di concreto o un minimo di progettualità».

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