La Leonessa sbrana l'Aquila: 2-1

La Bitumcalor incassa un pesantissimo 62 a 79 che sposta la serie sul 2 a 1 a favore della Leonessa Brescia. Risultato amarissimo, ma inevitabile visto che ieri l'Aquila non è stata mai efficace, fatta eccezione per i primi minuti dell'ultimo quarto, quando da un -14 si è passati al -2 che poteva, sulla carta, riaprire la partita. Il match point, domenica, ce l'ha la Leonessa. Tutto però, può cambiare, siamo ai playoff

di Carlo Azzolini

BitumcalorTRENTO - Sono così i playoff, c'è poco da fare. Da un giorno all'altro può cambiare tutto, in barba a pronostici, previsioni e sentenze già scritte. È il bello, e il brutto, del gioco. E così può anche capitare di assistere ad un'incredibile debacle dell'Aquila di fronte ad uno splendido PalaTrento tutto esaurito (prima volta nel basket) a soli tre giorni di distanza dall'impresa messa a segno dai ragazzi di Buscaglia sul parquet lombardo in gara -2. Prima dell'inizio di gara -3 sembrava impossibile: è accaduto.

 

La Bitumcalor incassa un pesantissimo 62 a 79 che sposta la serie sul 2 a 1 a favore della Leonessa Brescia. Risultato amarissimo, ma inevitabile visto che ieri l'Aquila non è stata mai efficace, fatta eccezione per i primi minuti dell'ultimo quarto, quando da un -14 si è passati al -2 che poteva, sulla carta, riaprire la partita. Purtroppo però, proprio in quel frangente, sono riemersi tutti gli errori di concentrazione, di atteggiamento e di tecnica che avevano permesso agli ospiti di comandare la gara sin dall'inizio. E così la Leonessa ha ripreso in mano la gara, schiantando i bianconeri. Sul piano tecnico, ma soprattutto su quello mentale. Più che le incredibili 25 palle perse (già, 25!) e la pessima serata al tiro degli americani (per Umeh solo 3 punti), è stata la fragilità mostrata nel complesso da tutta la squadra a decidere. Scesa in campo senza la giusta intensità e aggressività, l'Aquila si è dovuta consegnare alla solidità della Leonessa che, trascinata da Giddens e Fernandez, ha comandato con autorevolezza le sorti dell'incontro.


Comincia subito male la Bitumcalor. 7 a 0 bresciano. Gli aquilotti si affidano a tiri troppo spesso forzati e fuori luogo (da fuori ci provano soprattutto i «lunghi»). Meglio la difesa che tiene botta con vigore grazie alla grinta di Forray, onnipresente sui palloni vaganti. È lui l'anima della squadra. Incita e corre a più non posso risollevando le sorti di un impatto deludente. 6 a 11 al 5'. Con i lombardi più bravi a rimbalzo e spietati nel gioco veloce in contropiede dove Giddens già si rivela spina nel fianco costante. Gli risponde, d'orgoglio, il suo duellante BJ con la bomba del -2 che accende il PalaTrento. Ma che non scompone affatto la Leonessa. Con una pazzesca stoppata al tabellone proprio Giddens dice di no al neoentrato Spanghero e blocca il tabellone sul 13 a 17 alla prima sirena. L'Aquila è troppo timida. Dentro allora Pascolo, Conte e «Spongi», sperando che nel frattempo Umeh, ancora a secco, trovi la giusta ispirazione in panca. I suoi punti sarebbero fondamentali, perché l'attacco è spuntato. Arriva il -6. Serve una scossa. La danno due combattenti silenziosi come Conte ed Elder per il pari. Suggerimento per coach Martellossi: time out. Per rifiatare, ora che l'attacco bianconero è tornato a colpire. Si iscrive alla festa pure Spanghero. Ora è gioco a viso apertissimo, con giocate incredibili. Da una parte Giddens, scatenato, e segna da ogni zona del campo, dall'altra «Dada» esalta i tifosi con giochi da sotto da fuoriclasse. Punto a punto fino a quando una persa di Elder consente alla Leonessa di scappare sul 26-33, naturalmente con Giddens. Che diventa 28 a 35 con un altro errore d'impostazione trentino (il decimo!).


Urgono correzioni piuttosto marcate nella circolazione di palla, mentre il pubblico al rientro invoca Umeh, ancora, inaspettatamente, a digiuno. Di punti, ma non di grinta. L'americano inizia forte con due rimbalzi, preludio della sua tripla che arriva esattamente al 22'. Urlo dei tifosi per il nuovo -5. Contro questa Brescia, così solida e forte, però è durissima. Anche perché Jenkins risponde da par suo con cinque punti in transizione per il +10 ospite. Per starle dietro ci vuole molto, ma molto di più. Altri due scippi e Brkic, con assoluta destrezza, infila il +12 bresciano. Momento delicatissimo, Buscaglia ordina la zona. Non serve neanche questa a rimontare, vista la straordinaria quantità di palle perse (ora diventate addirittura 18). Si entra nell'ultimo quarto sul preoccupante 46 a 60, frutto dell'ennesima magia di Fernandez. Buscaglia si toglie la giacca, Martellossi predica calma ai suoi, che adesso hanno la gara in mano. Non è finita, però. Trento alza la difesa e cambia passo. Mette un 7 a 0 che riapre il match (53-60). Garri fa il vice-Umeh da fuori, mentre tutta la squadra serra i ranghi. Altro gancione del «Garro», altra difesa coriacea e arriva il -5. Poi addirittura il -2 con una mattonella di «Billo» Conte. Parzialino di 12 a 0.

 

Il PalaTrento è una bolgia. L'inerzia è cambiata. Adesso di decide tutto. Brescia lo capisce e torna a macinare gioco dopo il black out. Di forza e, bisogna riconoscerlo, di carattere torna sul 64-58 al 35'. Che diventa 69-58 con un controbreak di 5-0 firmato Brkic, in collaborazione con Elder (altra terribile palla persa). Per l'Aquila è il colpo del ko. Impossibile un'altra rimonta a questo punto. Brescia è troppo sicura, e Trento è troppo sicura di sbagliare su ogni passaggio cruciale. Finisce 62-79. E il match point, domenica, ce l'ha la Leonessa. Tutto però, può cambiare, siamo ai playoff.

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