Calcio, Mezzo e Fersina pronte alla fusione

Uniti si vince e si batte la crisi, che morde anche il mondo del pallone in Trentino. Così è di questi giorni la notizia che i patron di Fersina e Mezzocorona Peghini e Grassi, hanno ottenuto dai rispettivi direttivi un mandato esplorativo per capire se può nascere, dalla prossima stagione, la società unica che sarà chiamata «Trentino»

di Stefano Parolari

Uniti si vince e si batte la crisi. Che morde anche il mondo del pallone in Trentino. Di una società unica in serie D che eviti le difficoltà e garantisca un futuro sereno e maggiormente competitivo si parla da anni nella nostra provincia. Anche di fronte all'evidenza perdurante di scarsi investimenti di imprenditori trentini e dell'impegno sempre più personale di alcuni di questi disposti ancora a mettersi in gioco per il pallone di qualità. E così è di questi giorni la notizia che i patron di Fersina e Mezzocorona, gli immobiliaristi e manager valsuganotti Francesco Peghini e Alberto Grassi, hanno ottenuto dai rispettivi direttivi un mandato esplorativo per capire se può nascere, dalla prossima stagione, la società unica che sarà chiamata «Trentino». Ci viene il magone a pensare che era il sogno del grande vicepresidente rotaliano Claudio Tonetti, che ha segnato un'epoca (soleva dire spesso «io sono 20 anni più avanti di tutti nel calcio locale» e molti attualmente cercano di seguirne le orme, ma facendo grande fatica) e della cui scomparsa ricorrerà il secondo anniversario il prossimo 21 aprile. Peghini e Grassi hanno voglia di fare sul serio. C'è già stato un primo contatto in tempi in cui alla Fersina basterà vincere un solo match (magari domenica contro il Seregno sul disastrato campo di Vigalzano che assomiglia più ad un campo di patate che di football, soprattutto quando imperversa il maltempo) su quattro per salvarsi matematicamente e invece il Mezzocorona sta impegnandosi per evitare gli 8 punti di distacco dalle rivali che lo precedono nel girone B per agganciare i playout e la speranza di rimanere in categoria con lo spareggio. Al di là della coda dell'attuale campionato di «D», Peghini e Grassi hanno comunque intenzione di confrontarsi con incisività sul futuro. E' sempre più difficile gestire questo tipo di torneo semiprofessionistico, nel quale esistono contratti da rispettare e dove il confronto con le realtà lombarde e venete è spesso impietoso. Ci sarà probabilmente in D o anche in Eccellenza, dipenderà dalla proposta che verrà intavolata, la rinuncia ad un titolo sportivo di società maggiore. Ma la parola d'ordine è provare ad impegnarsi sul fronte dell'unione delle forze cercando di salvaguardare i propri sponsor e anche di trovarne altri se il campionato sarà di vertice. Anche se è prematuro, ma già le voci di corridoio si sprecano, il campo prescelto per la sede della nuova società, che dovrebbe chiamarsi «Trentino», sarebbe stato indicato in Mezzocorona. Non è solo una questione di tradizione (la società del presidente Grassi, quest'anno alla sua prima esperienza da massimo dirigente, ha vinto la D nel 2007 ed ha disputato 4 tornei professionistici in C2 e 2ª Divisione) ma anche di una disponibilità di Peghini, che in questa stagione ha spesso dovuto operare trasferimenti forzati al Briamasco. Perché il terreno di Vigalzano non era a norma e per altre ragioni logistiche, non ultima quella che la passione per il calcio in Valsugana non è che sia un traino micidiale. In un territorio dove hockey ghiaccio maschile e volley femminile hanno un rispettabile seguito. E' ancora presto per definire le tappe di questo percorso di fusione, certo è che non bisogna neppure tergiversare molto come avvenne in altre occasioni. Tra quest'ultime opportunità quella persa nel 2011, avviata da Tonetti e poi naufragata, non solo per la sua scomparsa. Anche allora il progetto era ben delineato e si dovrà quindi parlare anche di valorizzazioni dei vivai tra Mezzocorona, culla del «Patto gialloverde» di tonettiana memoria e poi ben di progetti ben seguiti in questi ultimi anni dalla competenza di Loris Bodo, e Pergine dove le potenzialità sono elevate. In quel progetto finito nel cassetto era coinvolto anche un Trento che in questi anni ha fatto un terribile saliscendi tra Eccellenza e serie D, senza dare corpo ad un progetto importante e definitivo, senza coinvolgimento. E' anche per questo che Peghini e Grassi hanno iniziato a ragionare tra loro, mentre gli aquilotti sono penultimi nel girone B, con un piede nel baratro, e con più di una certezza che fa prevedere la rinuncia degli imprenditori lombardi attuali a non rimanere in Eccellenza. In questo momento le prove di alleanza delle società trentine non coinvolgono i gialloblù. Tra qualche settimana poi ci saranno i futuri scenari in D maggiormente delineati.
 

Qui Mezzocorona.  Nonostante i buoni propositi estivi il presidente Alberto Grassi ha patito una sofferenza dietro l'altra. E' la peggior stagione gialloverde in D da sempre, mentre tra i «prof» fu travagliata solo l'ultima anche lì con staffette di mister (Maraner per Domenicali e ritorno di Maraner nell'anno del lutto di Tonetti) e girandole di giocatori in una campagna acquisti gestita a sprazzi e senza una regìa univoca. A Grassi diamo il beneficio della «prima volta» in un mondo difficile che ora ha scoperto sulla sua pelle, ma la prima regola in futuro sarà quella di circondarsi di collaboratori affidabili e di una competenza assoluta, di un'esperienza comprovata. Un dettaglio che varrà anche per la società unica che potrebbe nascere. Le incomprensioni con il direttore sportivo Tormen, che l'anno prima ha gestito una D perfetta, e le tensioni che si sono create tra addetti ai lavori, compresi dirigenti e giocatori, hanno fatto di Mezzocorona una polveriera e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
 

Qui Fersina.  La matricola di Francesco Peghini è a tre punti dal miracolo della storica conferma. Il suo presidente è un uomo tutto d'un pezzo, dirigente di calcio da 40 anni ed aver gestito con bravura il suo primo anno semiprofessionistico depone a suo favore per la serietà di affidarsi ad un concreto progetto di società unica ad alto livello. Peghini ha sopportato con lungimiranza l'avvio difficoltoso, ha dato fiducia ad un mister concreto, competente e coraggioso del calibro di Roberto Cortese, ha motivato l'ambiente (il profilo dei tifosi è sempre imperscrutabile) ed ha sempre rispettato i patti con i giocatori. E la squadra lo ha ripagato sul campo. Sono doti queste da tenere ben salde e da accrescere anche nelle prove di alleanza. Per un calcio migliore nella serie D del Trentino. Per non fare la tradizionale parte dei «poveri» d'Italia.

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