Maratona in carrozzina  con un braccio solo

La sfida (vinta) di Mauro Tomasi: «Ho fatto l'«International Lake Garda Marathon» di domenica, 42 chilometri e mezzo da sponda a sponda del lago passando da Riva, Arco e Torbole, per dimostrare che volendo si può arrivare ovunque». A Ferragosto del 2000 ebbe un tremendo incidente in moto proprio sulla Gardesana orientale, fra Torri del Benaco e Brenzone. Da allora è paralizzato dalla cintola in giù e non ha più l'uso del braccio sinistro. Più della paraplegia, qualcosa meno della tetraplegia. Faceva l'operaio alla «Trm» di Ala, da quella sera di agosto la sua vita è cambiata. «Ma ora vedo cose che prima non vedevo» raccontaI tuoi messaggi

di Paolo Liserre

RIVA DEL GARDA - «Normalità». In quell'ora di chiacchierata, interrotta qua e là dai sorrisi e dai complimenti del personale della casa di riposo, Mauro continua a ripeterlo, quel sostantivo. «Perché per me è tutto assolutamente normale. Ma l'ho fatto, e l'ho voluto fare, per gli altri, per chi è come me, per chi ha problemi e per chi non ne ha, magari sta meglio di me e si piange addosso. La mia dedica è per tutti loro».

 

Sarà anche normale, come dice lui, ma qualcosa di speciale c'è nella sfida che Mauro Tomasi ha voluto lanciare e vincere partecipando alla «International Lake Garda Marathon» di domenica, 42 chilometri e mezzo da sponda a sponda del lago passando da Riva, Arco e Torbole. Di speciale c'è lui stesso. Non per la sua «condizione» ma per il cuore grande, la vita e la voglia di lottare che non lo abbandonano mai.


Mauro Tomasi ha 44 anni, è nato e vissuto ad Ala sino ad un paio d'anni or sono quando ha deciso di trasferirsi alla «Casa di Riposo» di via Ardaro, a Riva. A Ferragosto del 2000 ebbe un tremendo incidente in moto proprio sulla Gardesana orientale, fra Torri del Benaco e Brenzone. Da allora è paralizzato dalla cintola in giù e non ha più l'uso del braccio sinistro. Più della paraplegia, qualcosa meno della tetraplegia. Faceva l'operaio alla «Trm» di Ala, da quella sera di agosto la sua vita è cambiata. «Ma ora vedo cose che prima non vedevo» racconta. Un anno e mezzo fa gli hanno dato una nuova carrozzina e lui ha cominciato a macinare chilometri da Riva ad Arco, poi da Riva a Dro, avanti e indietro. 

 

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