Pandemia / Intervista

«Contro i contagi, per gli anziani solo relazioni molto protette. Chi si vaccina fa un grande regalo anche a loro»

Parla Anna Casanova, la nuova primaria del reparto di geriatria al Santa Chiara di Trento. "Anche per gli anziani le tre dosi sono necessarie, molti di loro hanno presentano comorbilità e vanno più facilmente incontro a complicazioni"

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di Patrizia Todesco

TRENTO. Ha preso servizio pochi giorni fa Anna Casanova, geriatra chiamata a guiderà l'Unità operativa di geriatria del Santa Chiara.

Originaria di Belluno, era stata in precedenza primaria a Feltre dove ha gestito anche una sezione covid.

«A Trento ho trovato un reparto ben organizzato, strutturato bene, che funziona, rodato, che non avrà bisogno di grossi cambiamenti. Ho trovato professionisti attenti e una grande disponibilità. Attualmente abbiamo 55 pazienti ricoverati. 50 in reparto e 5 in appoggio in altri. La richiesta di assistenza è alta, qui non ci sono praticamente mai posti vuoti».

Gli anziani, in questi anni di covid, hanno pagato molto in termini di vite, di autonomia, di socialità.

Quali sono le prospettive?

La vaccinazione è fondamentale. Ha ridotto le complicanze in maniera significativa e ha protetto dall'infezione. Anche per gli anziani le tre dosi sono necessarie. Alla luce anche delle attuali aperture sono l'unica possibilità di salvezza perché gli anziani, che hanno anche altre comorbilità, vanno più facilmente incontro a complicazioni e con la vaccinazione la protezione all'infezione è sette volte maggiore. Difficile bilanciare tra la necessità degli anziani di mantenere relazioni e il rischio di contagio.

Quale è la giusta strategia?

Si deve riuscire a far mantenere agli anziani delle relazioni ma con serie protezioni, perché è vero che hanno patito tantissimo anche in termini di autonomia il fatto di non aver ricevuto abbastanza stimoli, ma abbiamo anche visto che se si ammalano possono esserci gravi conseguenze. Dunque sì alle relazioni, ma prudenti e molto protette. Il consiglio è di indossare sempre mascherine Ffp2 e di essere vaccinati. Se un anziano è vaccinato e anche la persona che incontra lo è il rischio è ridotto, altrimenti siamo in balia del virus.

Oltre ad una elevata mortalità, quali sono le conseguenze del Covid sui pazienti anziani?

Ho visto serie conseguenze sulla mobilità e sull'autonomia degli anziani, con problemi anche dal punto di vista cognitivo. Le complicanze polmonari ci sono, ma nell'anziano sono un po' confuse perché non si sa quanto sia imputabile al covid e quanto ad altre malattie.

Quali sono le patologie che aumentano i rischi legati al covid?

Dalla mia esperienza sono le patologie polmonari, il diabete e le cardiopatie. Poi ovviamente l'allettamento e le difficoltà respiratorie fanno perdere molto in termini di autonomia. Per questo è importante la vaccinazione. Occorre evitare che gli anziani si ammalino non sono perché rischiano la vita, ma anche per la loro qualità di vita. Altrettanto importante è che le persone vicino a loro siano vaccinate. Parlo degli adulti che gli assistono, i figli, i nipoti. Credo sia una forma di attenzione, di affetto. É appena trascorso il Natale, ritengo sia un grande regalo anche vaccinarsi per loro.

Lei è arrivata da pochi giorni, ma conosce bene i bisogni degli anziani. Quali sono i suoi obiettivi?

Certamente in geriatria è importante creare collegamenti con il territorio, creare reti e relazioni per mettere in comune il sapere e avere un unico linguaggio sul territorio come in ospedale per lavorare insieme. La degenza ospedaliera solitamente è breve e poi ci vuole un buon rapporto con il territorio garantire una reale presa in carico di qualità delle persone.

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