Moda/ Tech

Dalle borse della spesa gli abiti in plastica che non fanno sudare

In nylon e poliestere da materiali riciclati: una scelta green ed anche pratica, uscita dai laboratori dell’Mit di Boston (con una università italiana)

ROMA. Il polietilene dei sacchetti di plastica e delle pellicole per alimenti può essere riciclato per produrre tessuti leggeri come seta che non trattengono il calore e fanno evaporare l'umidità più rapidamente di cotone, nylon e poliestere: antimacchia e antisudore, possono essere prodotti risparmiando energia, emissioni di gas serra e trattamenti chimici per la colorazione. Ideali per indumenti destinati a sportivi, militari e perfino astronauti, sono stati sviluppati da un gruppo internazionale guidato dal Massachusetts Institute of Technology (MIT), a cui hanno partecipato anche il Politecnico di Torino e l'Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRIM). Lo studio è pubblicato sulla rivista Nature Sustainability.

“I sacchetti di plastica gettati in mare sono un problema, ma se fosse possibile trasformarli in una felpa o un paio di scarpe, potrebbe essere economicamente utile recuperarli e riciclarli”, spiega la coordinatrice dello studio, Svetlana Boriskina del MIT. “Tutti quelli a cui abbiamo proposto questa idea ci hanno risposto che il polietilene può mantenere il fresco, ma non è adatto alla produzione di tessuti perché non assorbe umidità e sudore dal momento che è idrorepellente”.

In realtà, i ricercatori hanno scoperto che nella trasformazione del polietilene da polvere grezza a fibra, si verifica un processo di ossidazione che rende il materiale debolmente idrofilico, cioè capace di attirare l'acqua. Inoltre, quando le fibre vengono unite per formare un filo idoneo alla tessitura, formano tra loro degli spazi che permettono l'assorbimento per capillarità dell'acqua. Questa abilità, ulteriormente perfezionata ottimizzando il diametro e l'allineamento delle fibre nel filo, ha permesso di ottenere tessuti che assorbono e fanno evaporare l'acqua più rapidamente dei tessuti tradizionali: questo potere tende a decadere con ripetuti lavaggi, ma per rigenerarlo basta sfregare il tessuto o esporlo ai raggi ultravioletti.

Non si sporca perché nulla si può attaccare”, aggiunge Boriskina. “Il polietilene può essere lavato a freddo per dieci minuti, mentre il cotone richiede temperature più elevate per un'ora”. Questo è uno dei tanti elementi che concorrono a ridurre l'impronta ecologica di questo nuovo tessuto, che in virtù delle sue proprietà fisiche può essere prodotto usando meno energia ed emettendo meno gas serra. Altro elemento importante, sottolinea Boriskina, è che “non c'è bisogno di immergere il tessuto in soluzioni chimiche per tingerlo: si può fare a secco” aggiungendo il colore alla polvere di polietilene prima della trasformazione in fibra. “Alla fine del ciclo di vita, si può fondere tutto, centrifugare e recuperare le particelle da riutilizzare”.

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