Il Pagellone di Sanremo Top Gazzè, Elio e le storie flop

di Fabio De Santi

A parte i conduttori, a parte lo show di Fiorello, a parte le intrusioni sul palco, insomma al di là di tutto, dobbiamo sempre ricordare che Sanremo è il festival della canzone e quindi ecco le pagelle musicali di ieri sera.

 

ANNALISA 5: Annalisa ha una bella voce e potrebbe osare di più ma non l’aiuta di certo un brano piuttosto banale.

RON  8: Le suggestioni legate al testo di Lucio Dalla avvolgono l’esibizione del cantautore più che mai capace di “vivere” e far vivere questa canzone.

THE KOLORS 6: Alla fine Stash e soci il loro lo fanno con un brano pop per nulla originale ma che ha tutte le carte in regola per conquistare le airplay radiofoniche.

MAX GAZZE’ 9: Per noi di gran lunga il pezzo più bello ascoltato nella prima notte del Festival con tutti gli ingredienti al posto giusto e un arrangiamento gustosamente demodè.

VANONI - BUNGARO - PACIFICO 6: Uno strano trio per una canzone che va riascoltata e metabolizzata. Non lascia indifferenti il graffio della Vanoni.

ERMAL META - FABRIZIO MORO 7: Sono (o forse meglio dire erano visto il rischio concreto di squalifica) i favoriti di questa edizione anche se la loro interpretazione scivola via senza lasciare sensazioni particolari.

MARIO BIONDI 5: Una delle maggiori delusioni della serata considerando che Biondi ha una delle voci più emozionati della canzone tricolore. Ma il brano sanremese proprio non convince.

FOGLI - FACCHINETTI 4: Onore delle armi per il duo made in Pooh che meriterebbe anche un giudizio più severo.

LO STATO SOCIALE 8: La prendono giustamente con leggerezza e va benissimo così perché la loro “Vita in vacanza” con nonna volate sul palco convince e diverte.

NOEMI 7: Il ritornello è quello giusto e la sua è la più convincente esibizione al femminile del Festival.

DECIBEL 8: Squarci di rock wave sul palco dell’Ariston senza eccedere nell’effettone nostalgia per quello che è anche un riuscito omaggio a David Bowie.

ELIO E LE STORIE TESE 4: Forse era meglio l’annunciato addio dalle scene piuttosto che una celebrazione ingloriosa per una delle più bizzarre e creative band band del rock tricolore. Davvero lontanissimi i fasti sanremesi della “terra dei cachi” per Elio e la sua truppa.

GIOVANNI CACCAMO 3: Non è la canzone giusta per lui e manca pure l’intonazione giusta. Ci aspettavamo molto di più da lui.

RED CANZIAN 6: Anche se non ci vuole poi tanto vince la sfida con gli altri due “orsetti” in gara mescolando pop e rock senza strafare.

LUCA BARBAROSSA 7: Il ritratto di una coppia attraversata dal passare del tempo s’intreccia con il dialetto romanesco in un’interpretazione gustosa.

DIODATO - PACI 7: Una strana coppia che però azzecca il pezzo giusto e convince nell’esibizione on stage trascinata dalla tromba graffiante di Roy Paci.

NINA ZILLI 5: Delusione cocente per quella che consideriamo come una delle più talentuose e creative voci italiane. Per Sanremo ha scelto un brano piuttosto insipido che non è nelle sue corde.

RENZO RUBINO 3: Non basta la produzione di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro per salvare l’interpretazione un cantautore che ha ben altre potenzialità.

AVITABILE - SERVILLO 6: Non convince del tutto questo duo anche se la loro drammaticità interpretativa non lascia certo indifferenti.

VIBRAZIONI 6: Ci aspettavamo decisamente di più dal gruppo guidato da Sarcina che non va oltre il didascalico compitino rock.

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