Tremate, tremate le Spice sono tornate

La reunion del gruppo pop femminile più amato di tutti i tempi è stata pubblicata su Instragram da Posh Spice, ossia Vicktoria Beckham

Hanno tutte più di 40 anni, ma restano delle «girls». Amiche come quando spopolavano ventenni sui palcoscenici del mondo e pronte - forse - a valutare una clamorosa reunion. Sono le (ex) Spice Girls, riapparse in formazione completa, sorridenti, in una foto diffusa nelle ultime ore su Instagram da «Posh Spice», oggi Victoria Beckham.

Spice Girls, il clamoroso ritorno. Eccole ieri e oggi

L’immagine, ripresa con evidenza dai media britannici, ha alimentato inevitabilmente nuove voci di un possibile ritorno in scena della band, esibitasi per l’ultima volta - a titolo eccezionale - a margine delle Olimpiadi di Londra del 2012. Pare sia stata scattata nella casa londinese di «Ginger Spice», al secolo Geri Horner, come riferisce SkyNews ipotizzando che la grande rentree possa fruttare a ciascuna delle cinque 10 milioni di sterline.

Di certo c’è che nella foto non manca nessuno: con «Ginger» e «Posh» ci sono pure «Scary» (Mel Brown), «Baby» (Emma Bunton) e «Sporty» (Mel Chisholm). A proposito: i soprannomi. Ogni ragazza ne prese uno: Ginger Spice a Geri, perché ritenuta la più provocante, Posh Spice a Victoria, perché sempre attenta alla moda, Scary Spice a Melanie B, per il suo carattere esuberante, Baby Spice a Emma, perché è la più giovane e perché ha un'immagine molto bambinesca, Sporty Spice a Melanie C, perché è la sportiva del gruppo

Entusiasta la didascalia d’accompagnamento postata da Victoria: «Love my girls!!! So many kisses!!! X Exciting x.».


 

LA STORIA DELLE SPICE GIRLS
 
Per capire è meglio contestualizzare. Siamo nel 1994, un anno fondamentale nella storia della musica. Muore Kurt Cobain ed esce l'epico Unplugged in New York, ma lo stesso anno a Seattle uscivano due capolavori come Vitalogy dei Pearl jam e Superunknown dei Soundgarden. In onore di quel sound anche i Rem svoltano: con Monster spazio alle chitarre distorte e canzoni più rock. Ma non c'è solo il rock della costa occidentale americana: il '94 è anche l'anno del ritorno del punk, che pareva morto a metà anni Settanta, dopo The Stooges, Ramones, Sex Pistols o Clash. Con una vena decisamente più pop, meno cattiva e sporca, ma ugualmente dirompente, ecco negli scaffali dei negozi di musica i Green Day (Dookie, disco cult) e gli Offspring (Smash). Dagli Usa all'Europa: in Inghilterra la risposta alla musica di Seattle e alla nuova ondata punk venne etichettata come Brit Pop: tradotto, Oasis e Blur. Nel 1994 l'esordio dei fratelli Gallagher, con Definitely Maybe (l'anno dopo il capolavoro (What's the Story) Morning Glory?), mentre i Blur rispondono con Parklife. Nel fermento musicale, restando sempre in Uk, più precisamente a Bristol, esplode il fenomeno Trip hop: i Massive Attack con Protection e i Portishead con Dummy fanno ballare e «viaggiare» con suoni cupi e campionati, in risposta a chitarre e batteria. 
 
Questo il rapido e incompleto quadro: in questo contesto, in questo meraviglioso e ispirato periodo musicale, c'è bisogno di altro, manca ancora qualcosa. Questione di business, forse. E allora irrompono 5 ragazze inglesi. Belle, giovani, diverse tra loro, scatenate: cantano e ballano, facendo impazzire i ragazzini dell'epoca. Non sono, ovviamente, la risposta al rock di Seattle, al punk o al Britpop, ma sono un'operazione commerciale sulla scia delle Boy Band, che un paio di anni prima, con Take That e Boyzone e poco dopo con i Backstreet Boys, hanno sconvolto il mercato discografico (oltre agli ormoni delle ragazzine). Gli stereotipi ci sono tutti: c'è Geri, la provocante, poi Victoria, la «snob» alla moda, diventata poi la più famosa di tutte grazie al fidanzamento con uno che in Inghilterra contava più della Regina, grazie al suo magico destro: David Beckham. Poi c'erano Melanie B, l'unica di colore con la sua scatenata esuberanza, Emma, la tenera, ingenua e dolce «bambinetta», e Melanie C, la sportiva. Ognuna con look e abbigliamento diverso, e le marche più famose del mondo esultavano potendo vestire le adolescenti come loro. Infine c'erano i ritornelli: dal più «talebano» dei rocker al più intransigente dei metallari, tutti abbiamo canticchiato «If you wanna be my lover, you gotta get with my friends» muovendo la testa a destra e a sinistra, magari di nascosto in auto. Tutto nacque con un annuncio sul giornale: «Siete spregiudicate, estroverse, ambiziose e capaci di cantare e di ballare?» (il canto e ballo, come si nota, arrivano dopo altre caratteristiche). Rispondono in centinaia, ma cinque vengono scelte: le Fab Five (con rispetto parlando) comprendono anche Michelle Stephenson, che poi lascerà a Emma. Il gruppo è nato e si chiama Touch. Inizia il lavoro che dura due anni: nel 1996, dopo alcuni demo e alcuni problemi a firmare un contratto con un'etichetta discografica, le sessioni di canto, ballo e trucco danno alla luce il primo singolo. È Wannabe, e nulla sarà più come prima. Esce l'album ed è un successo: ci sono i Rage Against the machine (Evil Empire), i Rem (New adventures in Hi-Fi), i Metallica e i Tool, ma nei negozi a vendere sono le Spice Girls. Poi ecco arrivare il tour, il film, altri due album, le comparsate, le provocazioni, i premi e i record. Poi lo scioglimento, le carriere soliste, un primo ritorno, le strade che si dividono. E oggi la nuova reunion: le cinque hanno ormai 40 anni, ma il mercato discografico potrebbe avere di nuovo bisogno di loro. Anche perché la concorrenza non è certo quella del 1994, quando comunque batterono tutti. E quindi Viva Spice Forever!  

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