Lo stilista dei capelli dal Trentino a New York

Negli Stati Uniti è considerato uno tra i migliori hairstylist

di Flavia Pedrini

Non puoi sapere davvero dove vai, si dice, se non sai da dove vieni. Alessandro Comai, 32 anni, le sue radici se le tiene strette. Sono in Trentino, a Vigo Cavedine. Dal garage di casa sua, quando era ancora un ragazzino imberbe, è iniziata l'avventura professionale che lo ha portato a New York, dove oggi è considerato uno tra i migliori hairstylist. Basti pensare che c'è chi, per farsi tagliare i capelli da lui, fa uno scalo di sei ore per venire nel salone di Manhattan dove lavora e poi torna in California. Passione, sensibilità e talento innato, per una professione - quella del parrucchiere - che già durante le scuole medie sembrava scritta nel suo destino. «Ero in terza media, scadevano i termini per le preiscrizioni e dovevo scegliere cosa fare - racconta - Non sapevo nemmeno se esistesse la scuola, ma dentro di me avevo deciso: sarei diventato parrucchiere». Nemmeno un intoppo di percorso, l'ultimo anno da ripetere, lo hanno scoraggiato. «La mia scelta è stata anzi rafforzata ed ho iniziato a tagliare i capelli in garage ai miei amici». 

Con papà Paolo, cuoco come mamma Lucia, è andato a Trento. «Abbiamo comprato la prima macchinetta, della Wahl, un pettine Moser e le forbici». Due aziende leader del settore con le quali, oggi, Alessandro ha una ricca collaborazione, sia in Italia che in Europa, nel campo della formazione. Dalle medie è passato ai banchi del Centro servizi alla persona di viale Verona, dove il giovane - in Trentino per qualche giorno dopo una tappa di lavoro a Londra e in Germania - ieri è tornato. Un incontro con i docenti e poi con gli allievi. «I due migliori del quarto anno verranno a fare uno stage di una settimana a New York», dice. L'impatto con la scuola per parrucchieri, all'epoca, fu molto positivo. «Quando i miei genitori sono andati alle udienze, per me è stata una bella emozione, perché rispetto alle scuole precedenti, i professori hanno detto che ero bravo e concentrato. E mia madre chiese: "Ma parlate di mio figlio, siete sicure?"», sorride. Gli anni della scuola sono stati intensi: studio e pratica sul campo. «Ho sempre lavorato, tutti i venerdì e il sabato, prima in valle e poi in città. Così ho potuto acquistare una certa manualità ed essere anche autonomo economicamente». 

Dopo il Trentino - «sono stato in una ventina di negozi» - Alessandro è partito alla volta di Milano. «Volevo migliorare e crescere», spiega. Curriculum in mano, superando una certa timidezza, nascosta da un carattere solare, si è presentato nei migliori saloni di Milano. «Il mio biglietto d'entrata - dice - erano la mia passione e il mio modo di essere. Ho fatto le prove e, anche se avevo solo 19 anni, ho potuto scegliere dove andare». Per 10 anni ha lavorato con Orea Malià. «Qui hanno dato spazio alla mia creatività e al mio stile. Ho avuto la fortuna di seguire cantanti, Radio Dj, i calciatori dell'Inter», ricorda. E poi ci sono stati stati l'esperienza a X Factor, quella con Sting, i Jonas Brothers o le parrucche per i negozi di Prada, per citare qualche esempio. A rendere ancora più speciale l'esperienza milanese il fatto di averla condivisa con il fratello Emanuele, più piccolo, che ha seguito le sue orme (Claudio, l'altro fratello, è invece un ingegnere). «Per cinque anni abbiamo lavorato insieme». Nell'ambiente li chiamavano i «Comai Brothers».

Qualcuno, forse, si sarebbe sentito appagato. Clienti che facevano la coda e tanto lavoro. Invece per Alessandro era tempo di rimettersi in gioco. Di ripartire da zero. «Cinque anni fa sono andato a New York per un mese, avevo visto su una rivista l'Ion studio. Sono entrato e, con il mio pessimo inglese, ho detto che avrei voluto lavorare da loro». Ma il talento andava dimostrato. «Sono tornato con tre modelle e mi hanno detto che non si aspettavano che fossi così bravo e che erano interessati». 

Da quel giorno, in realtà, sono trascorsi tre anni: il tempo di «chiudere» l'esperienza milanese e ottenere un visto 0-1 (riservato a chi ha abilità straordinarie o può dimostrare risultati eccezionali nel suo ambito di attività/ competenza). «Sono tornato, ho fatto come a Milano, ho provato anche altri saloni, e poi ho scelto». Dal 2015 lavora allo «Ion Studio» di New York come stylist. I primi mesi sono stati duri. «Facevo la fame», ammette. Oggi, però, Alessandro Comai è il più richiesto del salone. «Ma un giorno - assicura - voglio tornare in Trentino». Qui c'è la sua famiglia. Qui ci sono le sue radici.

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