Il Papa dona alla Fao la statua di Aylan

di Matteo Lunelli

Lui, l'artista, ieri ha trascorso la giornata sul tetto di una piccola chiesa della val di Non, intento a lavorare, facendo quello che fa da una vita: il carpentiere. Contemporaneamente a Roma la sua opera veniva donata da Papa Francesco alla Fao: messa nell'atrio, fotografata dai media di mezzo mondo e ammirata già ieri da decine di presidenti, ministri, ambasciatori. «Sì? Veramente? Il Papa l'ha messa alla Fao?». Ci risponde così l'artista, ovvero Luigi Prevedel, quando lo chiamiamo. Un uomo schivo, un uomo di montagna amante della tranquillità, ma anche un talento capace di far arrivare la propria scultura di marmo raffigurante Aylan, il piccolo profugo siriano annegato davanti alla spiaggia di Bodrum in Turchia nell'ottobre 2015.  

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«Mi avevano detto che sarebbe stata messa lì, ma non sapevo i particolari. Sono emozionato, è molto bello: direi che è stata donata e posizionata nel posto giusto. I potenti del mondo che ogni giorno entrano lì la vedranno e spero possano ricordarsi ogni giorno di quella tragedia. Aylan messo dal Papa alla Fao: il valore simbolico di tutto questo è enorme».  

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Quattro anni fa Luigi Prevedel era solamente un semplice carpentiere e piastrellista di Castelfondo, sposato e con una figlia. Oggi è un artista capace di arrivare con la sua opera «La morte e il pianto» alla ribalta mondiale. Completamente autodidatta, per otto mesi ha lavorato il marmo di Carrara nel proprio laboratorio (il garage di casa) realizzando la scultura di undici quintali. 
«Quella tragedia mi colpì tantissimo: siccome le persone hanno memoria breve volevo rendere in qualche modo viva quella storia. Ho accostato il bambino morto a un angelo mandato dal Signore a recuperare l'anima e il corpo del piccolo. Si siede vicino al cadavere e piange, chiedendosi perché una tragedia così si sia abbattuta su un'anima così innocente. Il corpo dell'angelo è da bambino, ma il suo pianto e la sua espressione sono da adulto, perché un dramma di quella portata non poteva essere compreso nell'età dell'innocenza. Poi Aylan viene toccato solo attraverso il velo. Dal punto di vista artistico l'aspetto più particolare sono le ali dell'angelo: sono sottilissime, appena 3 millimetri, e la luce vi passa attraverso». 

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Da ieri tutti questi particolari saranno a disposizione di chiunque entri nella sede dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura. Al netto della bellezza artistica, un eterno monito per chiunque affinché un dramma del genere non si ripeta. «Il Papa non avrebbe potuto fare scelta migliore. Sono emozionato e orgoglioso». A metà settembre l'opera era stata regalata a Bergoglio: dopo un lungo e delicato viaggio era giunta sul sagrato di San Pietro e lì benedetta. «Poi l'hanno portata all'interno - ci spiega invece Alice Salavolti, collaboratrice di Luigi Prevedel - per motivi di sicurezza e poi non abbiamo saputo nulla. Qualche giorno fa ci hanno fatto sapere che per volontà di Papa Francesco l'opera sarebbe stata donata ed esposta alla Fao, ma nemmeno noi sapevamo con esattezza l'orario, la cerimonia e la modalità».  

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Salavolti, giovane di Cles, neo laureata in Beni Culturali, dà una mano a Prevedel da due anni. E l'incontro è stato assolutamente casuale. «Luigi cercava una ragazza che posasse per un'opera, che in realtà non è ancora realizzata. Così ci siamo conosciuti, poi lui aveva bisogno di qualcuno che lo affiancasse in vari aspetti ed è nata la collaborazione». Alice, infatti, che si era presentata nelle vesti di modella, in realtà era molto competente in materia di arte e scultura.
«Esatto, da modella a collaboratrice. Siamo stati a Roma per consegnare l'opera e per la prima volta Luigi ha visitato i Musei Vaticani, con le opere dei grandi "maestri", ma l'anno scorso c'è stata anche la Triennale dell'Arte Contemporanea di Verona dove si presentò con una piccola scultura in marmo rosa Portogallo, ricevendo anche i complimenti da Vittorio Sgarbi. Lui è una persona di grande umiltà, semplice e spontaneo, ma con un talento incredibile».  

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Ora un piccolo sogno c'è: chissà che il Papa stesso non possa sorprendere l'artista trentino con un messaggio o addirittura una telefonata. Nel frattempo Prevedel continuerà a lavorare su nuove sculture: è già andato personalmente a scegliere nelle cave dei nuovi marmi, valutando in prima persona le venature e i colori. Poi gli immensi blocchi vengono ordinati e spediti per arrivare al garage di Castelfondo. Lì inizia il lavoro. Un lavoro che è arrivato perfino dal Papa e perfino alla sede della Fao. Un orgoglio per tutto il Trentino.

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