Nepal, assistenza sanitaria grazie all'aiuto dei trentini

di Nicole Vuillermin

Sono trascorsi venti mesi dal terremoto che ha colpito la popolazione nepalese. Era l'aprile 2015 e da allora numerose iniziative sono state messe in campo in Trentino per la raccolta di aiuti, tra cui il fondo per il Nepal istituito dalla Sat (Società alpinisti tridentini), che in circa un anno, anche con le attività solidali delle singole sezioni, ha raccolto oltre 100mila euro. Soldi serviti a finanziare un nuovo progetto proposto dalla Fondazione Senza Frontiere Onlus, a cui fa capo il noto alpinista Fausto De Stefani.

Un «progetto di assistenza sanitaria» appena partito, che corre parallelamente a quello avviato nel 2000 dall'intuizione di De Stefani, che ha portato alla costruzione della «Rarahil Memorial School», un complesso scolastico e medico sito a pochi chilometri da Kathmandu, nel distretto di Kirtipur. 

La scuola, composta da sei edifici tra cui un poliambulatorio medico, ospita oggi circa 980 bambini e ragazzi dai quattro ai diciotto anni. Il nuovo progetto-salute attivato dalla Fondazione Senza Frontiere in collaborazione con la Sat mira innanzitutto a sostenere l'ambulatorio della struttura, garantendo al suo interno la presenza stabile di un'infermiera e di un dottore tre volte a settimana. 

Da qui, diverse le diramazioni solidali del progetto, presentate ieri da De Stefani insieme al collaboratore Alessandro Tamanini della sezione Sat di Mattarello ed al presidente Sat Claudio Bassetti. A partire dall'estensione dell'attività assistenziale ad un'altra scuola pubblica del territorio, «con l'obiettivo di arrivare ad offrire supporto sanitario ad almeno 1500 ragazzi». Ma non solo assistenza circoscritta all'ambito scolastico: lo staff medico nepalese effettuerà infatti delle uscite nei dintorni di Kiritipur per portare assistenza e medicinali ai pazienti direttamente presso i loro villaggi. 

«La prima uscita è già stata effettuata nel villaggio di Gamcha, uno dei più colpiti dal sisma» ha riferito De Stefani, «ed in una giornata sono state visitate circa 150 persone di tutte le età». «Un progetto di salute ma anche culturale», poiché attraverso le uscite nei villaggi il proposito è quello di diffondere anche una maggiore cultura della prevenzione, a fronte delle scarse condizioni igienico sanitarie che sono principali cause di malattie e decessi. Una campagna informativa che guarda con attenzione alla popolazione femminile: operatrici sociali specializzate andranno infatti nei villaggi creando «nuclei formativi territoriali» formati da sole donne, per parlare di tematiche quali la maternità, il parto e l'allattamento. 

E per operare in maniera più capillare nella «sensibilizzazione alla salute», l'ambulatorio scolastico di Rarahil sarà aperto a tutti i cittadini due giorni a settimana. Inoltre, ha aggiunto Tamanini, «sarà aperto a breve un altro ambulatorio in una nuova sede di Kirtipur e sono in corso altri due progetti con contributi trentini per la Rarahil School: installazione di pannelli solari ed l'ampliamento della struttura per un orfanotrofio».

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