Aumentano i tumori cutanei Bisogna proteggersi dal sole
Parla il primario Carlo Renè Girardelli
Sempre più ore trascorse all'aria aperta, vacanze sotto il sole dei Tropici anche durante l'inverno, il mito dell'abbronzatura, i «danni» provocati da eccessive esposizioni soprattutto in età giovanile: tutti fattori che stanno provocando un allarmante numero di casi di melanomi anche nella nostra provincia.
I valori non sono lontani da quelli dell'Australia, Paese trai più colpiti.
Siamo passati, dai 7 casi ogni 100 mila abitanti nel 1997 ai 24 casi ogni 100 mila abitanti odierni. Una notizia positiva arriva della sopravvivenza: aumentata anche questa grazie alla prevenzione e a cure sempre più efficaci. Il melanoma cutaneo è comunque al secondo posto per numero di nuovi casi di tumore nella fascia di età 0-49 anni nella popolazione maschile e al terzo posto nella popolazione femminile. Inoltre è la prima causa di decesso tra i 25 e 30 anni.
In vista dell'estate, dunque, dal primario Carlo Renè Girardelli arriva l'invito a proteggere la nostra pelle e soprattutto quella dei bambini. Fattori di protezione elevati, niente lunghe esposizioni e poi, controlli regolari dei nei soprattutto dopo i 50 anni. Per quanto riguarda i neonati e i bambini più piccoli, poi, preferibile evitare l'esposizione diretta al sole e per gli altri protezione adeguata e ben applicata. Si parla di sei cucchiaini da thè per il corpo.
«L'aumento dell'incidenza ha portato ad una maggiore consapevolezza della popolazione e a diagnosi sempre più precoci anche grazie all'utilizzo del dermatoscopio da parte dei dermatologi. Di conseguenza, dalla metà degli anni Novanta si è assistito ad una flessione della mortalità».
I dati italiani parlano di 11.300 nuovi casi all'anno con un'incidenza che è di 12 casi ogni 100 mila abitanti al Nord e 6-7 casi al Sud. A Trento siamo a 24 casi ogni 100 mila abitanti.
Di contro a Trento possiamo consolarci con la sopravvivenza a 5 anni che in base ai dati 2000-2006 raggiunge l'88% rispetto al 77% del Sud (su 403 casi).
Negli ultimi cinque anni i nuovi casi sono stati 201 nel 2011, 191 nel 2012, 218 nel 2013, 180 nel 2014 e 215 nel 2015.
Numeri che sembra difficile far diminuire. Per Girardelli non ci sono molte speranze soprattutto per l'enorme quantità di sole «presa» da bambini e adolescenti. L'80% della quantità di ore di fotoesposizione dell'intera vita di un soggetto si accumula dalla nascita ai 18 anni e purtroppo ancora le persone non sono consapevoli che gli schermi solari riducono solo del 50% l'assorbimento da parte delle pelle.
«L'eritema - ad esempio - è la diretta conseguenza del danno al Dna e si sovrappone perfettamente al rischio cancinogenico. In estate, ad esempio, i bambini di carnagione chiara possono avere l'eritema anche dopo 20-30 minuti di esposizione».
Un discorso a parte va fatto poi per i filtri. «Quello totale non esiste e l'indice Spf è legato solo alla protezione da Uvb mentre la valutazione della protezione da Uva non ha ancora un test quantitivo condiviso».
E i melanomi non sono i soli problemi della pelle. Nella nostra provincia vengono diagnosticati ogni anno 1.700 carcinomi della pelle. La mortalità in questo caso è bassa (3-4 decessi all'anno), ma i numeri sono alti e il bisogno di cure assistenza va di conseguenza. Il panorama dei carcinomi è vario. Si va da quello spino cellulare con potenzialità di metastasi, a quelli basocellulari che rappresentano quasi l'80% del totale.
«Nel 2030 si stima un raddoppio dell'incidenza - avverte il primario - diretta conseguenza della mancanza di protezione sui bambini e ragazzi di oggi. I genitori devono essere maggiormente coscienti dei rischi. Quindi sì alle magliette e ai cappellini che coprono anche il collo».
Ovviamente per i dermatologi vietato parlare di lampade abbronzanti. «Non capisco perché ancora non le abbiano vietate - è il giudizio di Girardelli - ma è un po' come il fumo. Si sa che fanno male ma ci sono ancora persone che le utilizzano».