Immunoterapia anti cancro Sarà "la terapia" in 10 anni


Un’arma potente grazie alla quale potremo combattere tantissimi tipi di tumore molto presto: nell’arco di 10 anni sarà l’approccio primario per contrastare un gran numero di neoplasie e per i pazienti poter ottenere queste terapie sarà molto più semplice».

L’arma è l’immunoterapia, che attiva il sistema immunitario per debellare il cancro, ed a descriverla come una vera e propria svolta nell’oncologia è uno dei pionieri in tale campo, l’immunologo James Allison dell’Anderson Cancer Center dell’Università del Texas a Houston.

In prima linea nella ricerca oncologica - l’Anderson Center è infatti considerato il principale punto di riferimento mondiale nella cura e nella ricerca sul cancro, con oltre 20mila persone che vi lavorano - Allison, vincitore di numerosi premi ed in questi giorni a Chicago in occasione del Congresso della Società americana di oncologia clinica ASCO, è anche ritenuto da vari esponenti del mondo scientifico come uno dei probabili futuri Nobel proprio per i suoi studi che hanno dato il via all’immunoterapia.

Allison ha infatti scoperto la proteina CTLA-4 che tiene a freno l’attivazione dei linfociti T, il cui ruolo è centrale per il funzionamento del sistema immunitario: bloccando questa proteina (con anticorpi specifici), si è visto che le cellule T scatenano la loro risposta contro i tumori, contrastandoli ed agendo come «killer naturali contro il cancro».

Partendo da tale scoperta, sono stati messi a punto farmaci immunoterapici che hanno ad esempio consentito di allungare di anni la sopravvivenza di pazienti con melanoma metastatico. E sono proprio le storie di vita vissuta che rendono chiaro l’impatto dell’immunoterapia in termini di efficacia: «Dieci anni fa abbiamo trattato con l’immunoterapia una ragazza affetta da melanoma; aveva già metastasi a fegato, polmoni e cervello. Oggi sta bene, è guarita ed ha due figli».

L’immunoterapia però, sottolinea, «rappresenta già una speranza concreta anche per vari altri tipi di tumore, dal polmone al rene. È ciò che può fare la differenza in termini di una lunga sopravvivenza al cancro». Novità arrivano anche dall’Asco, il più importante appuntamento mondiale nel settore oncologico: «Vengono presentati nuovi studi, ad esempio, sull’immunoterapia per i tumori del sangue, ma altre ricerche sono in corso e solo all’Anderson - afferma Allison - sono attive oltre 80 sperimentazioni cliniche per vari tipi di tumore».

Rispetto poi al problema dei costi elevati di queste terapia, precisa, «a breve è prevedibile un abbattimento sostanzioso dei prezzi dei farmaci, poiché molte nuove molecole sono in arrivo e ciò porterà ad una maggiore concorrenza tra le aziende, con un taglio dei costi. Il che significa pure una maggiore garanzia di accesso per i pazienti».

Una passione, quella della ricerca sul cancro, che per Allison è iniziata dopo la morte della madre per un linfoma quando era un ragazzo. Una passione che, in futuro, potrebbe dunque portarlo al Nobel? «Si tratta di speculazioni - commenta schivo -. Il mio obiettivo è continuare a lavorare e fare ricerca. Se succederà ne sarò felice, ma la mia vita comunque non cambierà».

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