Abbronzatura, sì al sole con gradualità e no alle protezione altissime

No al sole selvaggio, ma no anche agli allarmismi e alle protezioni solari troppo alte. Per abbronzarsi senza fare danni basta avere una «corretta educazione». È il consiglio che arriva dagli esperti dell'Istituto dermopatico dell'Immacolata (Idi) che, per sensibilizzare e informare sul tema, in vista della stagione estiva, hanno lanciato la campagna di prevenzione 2016 «Liberi di farsi accarezzare dal sole».

«In questi ultimi anni - spiega Marcella Ribuffo, dirigente medico presso il primo centro dermatologico italiano - le campagne contro il sole sono state eccessive e molte persone, anche giovani, ora presentano una carenza di vitamina D tipica della menopausa. Non bisogna invece dimenticare che questa vitamina sintetizzata dal sole è utile per le ossa e i capelli, ma anche potente antifiammatorio e antitumorale. Gli ultimi studi hanno dimostrato che alti filtri ne impediscono la sintesi. Quindi consigliamo, durante tutto l'anno, quando possibile, magari per un'ora al giorno, prendere il sole su braccia o gambe senza protezione». Questo non significa non stare attenti.

«È bene - prosegue - iniziare gradualmente l'esposizione ai raggi, stando attenti a non scottarsi, per evitare epiteliomi. Le scottature sono anticamera di un danno che si manifesta in genere venti anni dopo quello iniziale, inoltre più scottature sommate portano ad alterazione nel dna cellulare».

Non servono però le protezioni altissime che sono andate tanto di moda ultimamente. «Basta una protezione media dai 20 ai 40 a seconda dei tipi di pelle, l'orario di esposizione e la predisposizione familiare a tumori della pelle. La protezione 50+ meglio limitarla a cicatrici o patologie della pelle».

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