Fingersi migranti Nasce il gioco di ruolo

La provocazione della Caritas ambrosiana per criticare gli hotspot

Mettersi nei panni di un migrante e mostrare la logica che sta dietro gli hotspot, centri di identificazione voluti dalla Ue per gestire i flussi. È «Sconfinati» l’iniziativa organizzata dalla Caritas Ambrosiana a «Fa' la cosa giusta», la fiera dedicata all’economia sostenibile e del consumo critico che si terrà alla fiera di Milano, FieraMilanoCity, dal 18 al 20 marzo

Il gioco di ruolo mostrerà come gli hotspot sono luoghi in cui «invece di garantire una prima vera accoglienza, si procede a respingimenti arbitrari, trattenimenti coatti, uso della forza per ottenere l’identificazione delle persone, senza che venga in alcun modo applicata la procedura prevista della normativa», come hanno denunciato anche a Roma nel corso di un convegno Caritas Italiana e le organizzazioni del terzo settore che aderiscono al Tavolo Nazionale Asilo. 

I visitatori, come spiega una nota di Caritas Ambrosiana, assumeranno l’identità delle migliaia di profughi che scappano ad esempio dalla Siria, dalla Nigeria, dal Pakistan. Riceveranno un passaporto con una nuova nazionalità e dovranno mercanteggiare con i trafficanti per assicurarsi un passaggio di fortuna. Alla fine saliranno tutti a bordo di una barca vera, a rappresentare le migliaia di carrette del mare che solcano il Mediterraneo. Giunti a destinazione sapranno se saranno accolti o respinti agli hotspot. «Sconfinati»  è un percorso della durata di 15 minuti, basato sulle storie vere raccolte dai volontari e dagli operatori del Consorzio Farsi Prossimo promosso da Caritas Ambrosiana, che nelle parrocchie e nei centri della Diocesi di Milano ogni giorno danno ospitalità ai profughi giunti in Lombardia dopo essere sbarcati sulle coste meridionali del Paese.

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