Amputavano orecchie ai cani, processo a Brescia La Lav si appella all'ordine dei medici veterinari

Rinviato a giudizio un allevatore bresciano di cani di razza Pastore dell’Asia centrale

È stato rinviato a giudizio l’allevatore bresciano di cani di razza Pastore dell’Asia centrale. È accusato di maltrattamento di animali, falso e omessa denuncia per aver tagliato coda e orecchie su alcuni cuccioli.

I fatti sono accaduti un anno fa a Isorella, in provincia di Brescia. Sono coinvolti anche un veterinario dell’Asl di Brescia, già al centro dello scandalo del macello di Italcarni e che ha chiesto la celebrazione del processo con rito abbreviato, un veterinario dell’allevamento bresciano, che ha invece patteggiato una pena di nove mesi, mentre la moglie ha scelto il rito abbreviato.

Un anno fa la Guardia di Finanza di Brescia sequestrò nell’allevamento di Isorella 40 cani di razza con orecchie e coda tagliati. Il veterinario dell’Asl non avrebbe denunciato le mutilazioni eseguite da un veterinario privato, assistito dalla moglie, su commissione del proprietario dell’allevamento.

«Il taglio di coda e orecchie rappresenta un grave maltrattamento, anche etologico, in quanto priva i cani di due fondamentali strumenti di comunicazione per rapportarsi con i propri simili, gli altri animali e con l’uomo - dichiara Ilaria Innocenti, responsabile nazionale LAV (settore cani e gatti) - Oltre alla condanna penale ci auguriamo che l’Ordine dei medici veterinari di Brescia voglia impartire il massimo della sanzione disciplinare nei confronti dei veterinari coinvolti».

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