In Europa si invecchia meglio, ma l'Italia è al quattordicesimo posto

Buone notizie per gli anziani di molti Paesi europei: migliora la loro capacità di invecchiare in salute e restando attivi, sia sul fronte dell’occupazione, sia a livello di partecipazione sociale, sia sul fronte della propria autonomia e indipendenza nella vita di tutti i giorni. Gli anziani europei, insomma, hanno oggi migliori chance di invecchiamento attivo. È quanto rivela un rapporto presentato a Bruxelles e stilato presso l’Università di Southampton da Asghar Zaidi. La crisi economica non ha inciso, quindi, sull’invecchiamento attivo; eccezion fatta per la Grecia in cui le condizioni degli anziani sono peggiorate nel periodo considerato (2010-2014).

L’indice di misura usato per valutare la qualità dell’invecchiamento attivo di 28 Paesi europei è salito mediamente di due punti. Prima in classifica risulta essere nel 2014 la Svezia, mentre l’Italia (che ha visto un miglioramento di 4 punti in 4 anni) si piazza 14esima. Il fiore all’occhiello degli anziani del Bel Paese è la loro partecipazione sociale che li vede al secondo posto della classifica dopo l’Irlanda. Ma l’Italia non va bene sul fronte occupazionale e la sua bassa posizione in classifica su questo dominio identifica le priorità per il Paese. Lo scarso tasso di occupazione tra le donne anziane, in particolare, è un problema da affrontare. Gli italiani vanno male anche sul fronte dell’esercizio fisico.

«L’Italia si trova al di sopra delle medie europee ma è in posizioni più defilate rispetto ai paesi nord-europei sul fronte del welfare, mentre va bene sul fronte della partecipazione sociale e questo si spiega perché il concetto di famiglia in Italia è più radicato che nei paesi del Nord», commenta Giuseppe Paolisso della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria.

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