«Noi, un ibrido tra Ramones e Battisti»

«SotALaZopa» riscalda i motori e si appresta a proporre due giornate a tutto rock. Domani e sabato a Tonadico, nel Primiero, sul palco del festival organizzato dai ragazzi di «Aguaz», suoneranno infatti gruppi al top per il rock tricolore come i Ministri, The Cyborgs, Tre Allegri Ragazzi Morti e Pan del Diavolo. E fra i gruppi più attesi della serata di venerdì ci saranno proprio i «Tre Allegri Ragazzi Morti» che presenteranno le canzoni del loro nuovo  album, «Nel giardino dei fantasmi»

di Fabio De Santi

«SotALaZopa»  riscalda i motori e si appresta a proporre due giornate a tutto rock. Domani e sabato a  Tonadico , nel Primiero, sul palco del festival organizzato dai ragazzi di «Aguaz», suoneranno infatti gruppi al top per il rock tricolore come i Ministri, The Cyborgs, Tre Allegri Ragazzi Morti e Pan del Diavolo.
E fra i gruppi più attesi della serata di venerdì ci saranno proprio i  «Tre Allegri Ragazzi Morti»  che presenteranno le canzoni del loro nuovo  album,  «Nel giardino dei fantasmi» .
Un disco che il terzetto di Pordenone, formato da  Luca Masseroni  alla batteria e percussioni,  Enrico Molteni  al basso elettrico e acustico e  Davide Toffolo  alle chitarre elettriche e acustiche, sta portando in tour in un'estate che li ha visti on stage anche insieme a Jovanotti. Di questo cd e del live trentino abbiamo parlato con Enrico Molteni.
 

Siete soddisfatti di come è stato accolto il vostro ultimo disco?
«Direi di sì. La risposta del pubblico è stata più che positiva. Il disco è piaciuto e questo ci fa pensare di essere un gruppo che è stato capace di reinventarsi nel tempo, di riaggiornare le sue coordinate. Miglioriamo con il tempo come il buon vino e questo lavoro per me è molto fresco ed ispirato».
 

Si è parlato di disco folk ed etnico, sei d'accordo?
«Non è facile trovare una definizione precisa a questo album  Penso ci sia un'influenza musicale straniera, quella del rock internazionale, mescolata con quella del cantautorato italiano. La più bella definizione che ho sentito è stata quella di un incrocio fra i «Ramones» (miti del punk rock -  n.d.r ) e Lucio Battisti. Una unione fra due mondi così diversi che ha sempre segnato la nostra musica».
 

E questo titolo «fantasmatico», cosa racchiude?
«I fantasmi del titolo sono quelli del nostro percorso musicale perché in questo disco si ritrovano tutti. Ci sono gli accenni del reggae dell'ultimo periodo uniti appunto al folk e a pezzi più rock. Questi sono i nostri fantasmi di note. Il titolo è anche la citazione di un disco fondamentale come quello inciso da Brian Eno con David Byrne».
 

Sette album vi hanno consacrato come gruppo cult del rock alternativo italiano, che effetto vi fa?
«Per noi è strano considerarci tali anche se siamo consapevoli di quello che abbiamo fatto. Non avremmo mai immaginato di ottenere questa attenzione ma a furia di suonare e di fare dischi i "Tre Allegri Ragazzi Morti" sono diventati anche un simbolo di un certo tipo di attitudine underground e di questo siamo orgogliosi»
 

Quest'estate avete messo il naso fuori dall'underground perché Jovanotti vi ha scelti come open act del suo tour negli stadi, che esperienza è stata?
«Molto intensa perché il nostro, con Lorenzo, è stato un incontro fra due mondi lontani per attitudine ed esperienze. Questa è stata la magia di questo tour e penso che sia stato il motivo per cui Jovanotti ci ha invitato e noi abbiamo accettato. Lui da un po' di anni non ha mai mancato di mandarci sms per complimentarsi ad ogni nostro disco e quindi alla prima occasione ci ha chiamati al suo fianco, fra l'altro nel suo primo tour negli stadi. Questa è stata un'esperienza fuori dal nostro territorio che ci ha dato molti stimoli. Il pubblico di Jovanotti è stato sempre educato e curioso. Molti non ci conoscevano e ci guardavano a volte come fossimo animali allo zoo però ci hanno sempre accolto positivamente e non era affatto scontato».

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