Ritirato il ddl provinciale contro l'omofobia La maggioranza voterà soltanto una mozione

La legge provinciale contro l'omofobia va nel cassetto

La legge provinciale contro l'omofobia va nel cassetto, almeno per questa legislatura, dopo un lunghissimo tira e molla con l'opposizione agguerrita che metteva in campo l'ostruzionismo e con spaccature anche nella maggioranza di centrosinistra.

La norma non ci sarà, la sostituirà un semplice atto di inidirizzo col quale la maggioranza del consiglio inviterà la giunta a a deliberare linee guida concrete e incisive», come spiega l'esponente Pd dell'assemblea Provinciale Mattia Civico, in prima linea nella battaglia (persa) per l'approvazione di una legge sulla scia dell'iniziativa popolare in materia.

Per parte sua, Arcigay spiega che «la soluzione di trasformare la legge contro l’omofobia in una mozione che la ricalcasse in toto era da tempo all’interno di un’exit strategy condivisa anche dai proponenti». L'associazione (vedi la nota qui sotto) parla poi di «isterico ostruzionismo della minoranza aveva obbligato un significativo ridimensionamento della legge stessa, con l’abrogazione di parti importanti al solo fine di stralciare i numerosi emendamenti presentati dall’opposizione».

Per parte sua, Civico scrive: «In tema di contrasto all’omofobia abbiamo deciso di cambiare strategia e dunque strumento: non più una norma di legge, ma un atto di indirizzo che impegna la giunta a deliberare linee guida concrete e incisive. Nella prossima tornata il Consiglio Provinciale discuterà dunque una mozione per promuovere azioni di contrasto alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale. 

Sono stati anni di dibattito aspro e forte in cui personalmente mi sono speso senza riserve, convinto che la difesa e la promozione dei diritti, il contrasto ad ogni forma di discriminazione, siano elementi irrinunciabili nell’azione di una coalizione di centrosinistra autonomista. L’ostruzionismo di una parte di opposizione ha indubbiamente avvelenato spesso il dibattito, arrivando ad argomenti e momenti di scontro ideologico che hanno confuso ed esasperato il tema, creando più allarmismo che occasioni di comprensione.

La politica ha un dovere supremo: quello di promuovere scelte concrete che vadano nella direzione di un cambiamento virtuoso, di uno sviluppo per la comunità, di maggiore coesione sociale. In tema di diritti fondamentali delle persone e di tutela delle persone più fragili molto più dello strumento vale la sostanza. Ed è indubbio che la mozione raccoglie gli indirizzi che avevamo condiviso nei 17 articoli del disegno di legge.

Un grazie va a chi in questi anni ha contribuito costruttivamente a realizzare un Trentino con più diritti e più coesione. A chi anche partendo da posizioni ideali diverse, ha compiuto lo sforzo di capire e di stimolare positivamente. A chi ha compreso la necessità di dover anche mediare quando si è reso necessario.

Alla maggioranza di centrosinistra-autonomista che, pur non senza fatica, ha in ogni passaggio, in commissione ed in aula, confermato concretamente la volontà di affermare il diritto di ogni persona a non essere discriminata e quindi di tenere fede agli impegni assunti.

Grazie anche e soprattutto ai sottoscrittori e promotori e del ddl di iniziativa popolare per aver accompagnato e condiviso questa via d’uscita. Che, ne sono certo, contribuirà a costruire un Trentino più coeso e civile. Per tutte e tutti».


IL COMUNICATO DI ARCIGAY DEL TRENTINO

«La soluzione di trasformare la legge contro l’omofobia in una mozione che la ricalcasse in toto era da tempo all’interno di un’exit strategy condivisa anche dai proponenti. L’isterico ostruzionismo della minoranza aveva obbligato un significativo ridimensionamento della legge stessa, con l’abrogazione di parti importanti al solo fine di stralciare i numerosi emendamenti presentati dall’opposizione. Era stato posto anche un termine ultimo, ovvero il mese di maggio, entro cui ‪#‎Arcigay‬ e i promotori popolari avrebbero ritirato il testo, per toglierlo dall’impasse di un’Assemblea bloccata e incapace di portarlo ad approvazione.

La mozione depositata da tutti i capigruppo di maggioranza non riassume la legge come sarebbe risultata successivamente al suo ridimensionamento, ma riassume la legge originale, quella licenziata dalla commissione e che risulta maggiormente fedele al testo sottoscritto da 7000 cittadini trentini.

Arcigay incontrerà nelle prossime ore il presidente del Consiglio Bruno Dorigatti per avere delucidazioni sul percorso in Aula della mozione e, soprattutto, il presidente della Provincia Ugo Rossi per discutere i tempi e i modi della traduzione della mozione in una serie di delibere che rendano efficaci e operativi i principi enunciati.

Se da un lato possiamo stigmatizzare l’incapacità politica della maggioranza nel portare ad approvazione un testo contro le discriminazioni fondate sull’omofobia, cosa che peraltro non abbiamo mai mancato di sottolineare, non possiamo non considerare che l’ostruzionismo delle minoranze aveva impedito già da tempo la possibilità di approvare un testo completo e organico, obbligandoci a rinunciare a parti importanti che invece la mozione riesce a contenere.

Sarà nostro compito partecipare attivamente al percorso che tradurrà la mozione in atti amministrativi, sollecitando la Giunta ad onorare ciò che la mozione, in modo chiaro e stringente, le chiede di attuare».

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