Pd, in campo Borgonovo Re e gli altri dissidenti Il Patt accusato di far «sbandare» il centrosinistra

Hanno risposto in molti, questa mattina, a Piedicastello, all’invito della minoranza critica del Pd in consiglio provinciale, a cominciare dall’ex assessora appena fatta fuori Donata Borgonovo Re.

Con lei, a dar corpo un approccio dissenziente verso la rotta presa dal Patt e da chi nel Pd sostiene questa «deriva», c’erano fra gli altri i colleghi consiglieri in piazza Dante Violetta Plotegher e Mattia Civico, nonché il deputato Michele Nicoletti.

Nella sala della circoscrizione sono andate in scena quelle che potrebbero essere le prove tecniche di un tentativo deciso di contrastare l’atteggiamento assunto dal presidente Ugo Rossi e da chi gli sostiene fedelmente il gioco, come il Pd Luca Zeni, che ha preso il posto della collega di partito Borgonovo Re, stoppata mentre, fra le altre cose, era in procinto di sostituire il direttore generale dell’Azienda provinciale servizi sanitari (Apss), Luciano Flor, poi confermato nel suo incarico dal nuovo assessore alla salute.

E proprio dal mondo della sanità e dell’assistenza proveniva una parte significativa della platea di questa mattina: non era difficile ascoltare, negli scambi di battute fra i presenti, giudizi particolarmente severi sulla condotta della dirigenza Apss ma anche su quella del Pd che ha assecondato le manovre di Rossi sulla sanità.

Per quanto riguarda i protagonisti del dissenso, per ora la loro linea è parsa estremamente cauta: ha ribadito la coerenza con il programma del centrosinistra e ha accusato piuttosto il Patt di deragliare verso posizioni diverse e contraddittorie.

Come questo giudizio, comunque molto pesante, peserà nei rapporti di maggioranza e nelle singole votazioni, resta da vedere.
Di certo il quadro si fa fluido e questo potrebbe essere solo l’inizio di una fase di fibrillazione nei rapporti all’interno del Pd e tra il Pd e il Patt.

Sullo sfondo c’è la polemica sulla riorganizzazione della sanità, la partita del nuovo ospedale (dopo il pasticcio del bando e i dietrofront sull’area da utilizzare), la questione del mancato adeguamento delle piante organiche, il depotenziamento degli ospedali periferici che rischia di scatenare un’ondata di contestazioni verso la giunta guidata da Ugo Rossi, già assessore alla sanità nella legislatura precedente.

Non è mancato, anche negli interventi di oggi, un accenno al ruolo del direttore generale Apss, con la critica decisa rivolta a chi lo ha confermato malgrado uno scenario che, secondo molti, avrebbe dovuto indurre a una rivalutazione della scelta.

In ogni modo, l’evento di oggi è parso confermare la popolarità di una figura politica piuttosto atipica quale Donata Borgonovo Re, che fra l’altro fu di gran lunga la più votata fra i candidati del Pd alle elezioni provinciali del 2013.

Preferenze che un domani potrebbero di nuovo pesare, malgrado ora la consigliera sia rimasta senza deleghe e venga accusata dal presidente Rossi di aver pronunciato parole «non responsabili», toccando «il punto più basso della storia del consiglio provinciale», perché due giorni fa in consiglio provinciale ha ribadito che prima di essere rimossa intendeva cambiare i vertici dell’Apss che, fra l’altro, non le avevano mai fatto menzione delle norme europee che impongono un adeguamento al rialzo degli organici.

Uno degli interrogativi che circolava nella platea riguardava anche l’atteggiamento di altri esponenti di primo piano del Pd trentino, come l’assessora all’università e ricerca, Sara Ferrari, che fin dall’inizio della legislatura era considerata potenzialmente «ribelle» verso Rossi, reo di averle negato le ben più ambite deleghe all’istruzione.

Ma questa mattina, a quanto pare, Sara Ferrari non si è vista a Piedicastello. Così come hanno declinato l’invito il vicepresidente Alessandro Olivi e il segretario del Pd,  Sergio Barbacovi, che ha inviato un messaggio.

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