Trump positivo, «sintomi leggeri» L'ex consigliere Bolton attacca «Comportamenti irresponsabili»

«Ho sintomi lievi ma in generale mi sento bene». Lo ha twittato oggi la First Lady, Melania Trump, ringraziando per l’incoraggiamento ricevuto dopo la notizia che sia lei sia il presidente Usa sono risultati positivi al nuovo coronavirus.

Nessun comunicato ufficiale sulle condizioni di Donald Trump, solo "rumors" su sintomi leggeri che non gli impedirebbero di lavorare. Un bollettino medico è atteso per la tarda serata Usa, quando in Italia sarà notte fonda.

Incalzato dai cronisti, il chief of staff Mark Meadows ha ammesso che la Casa Bianca sapeva della positività della consigliera Hope Hicks (nella foto qui sotto) giovedì prima che partisse l’elicottero che ha trasportato il presidente a una raccolta fondi in New Jersey.



Alcune persone dello staff entrate in contatto con la Hicks, ha riferito, sono state fatte scendere. Anche Donald Trump era stato in stretto contattato con la sua consigliera ma è partito lo stesso e ha partecipato ugualmente all’evento, mettendo a rischio i partecipanti.

Quello, dunque, sarebbe il contesto individuato come momento del contagio.

Ora, secondo molti esperti, Donald Trump è «ad alto rischio» di ricovero e di complicazioni e anche a rischio di vita per il coronavirus, dati l’età (il presidente Usa ha 74 anni) ed il sovrappeso corporeo.
La Cnn in un tweet cita l’epidemiologa Anne Rimoin, che parla di diagnosi «molto preoccupante».

L'ex consigliere alla sicurezza nazionale Usa, John Bolton, intervistato dalla rete francese Franceinfo, ha definito «irresponsabile» la condotta seguita dal presidente Usa in questi mesi di pandemia, quando spesso è comparso in pubblico e non a distanza da altre persone senza indossare la mascherina.

Joe Biden e la moglie Jill Biden sono risultati negativi al coronavirus: si sono sottoposti al test perché il candidato democratico è stato sul palco con Trump nel recente e infuocato duello tv, con i due sfidanti peraltro smpre a debita distanza.


La bomba coronavirus alla Casa Bianca è arrivata nella nottata di giovedì, poco prima dell’una del mattino: Donald e Melania Trump sono positivi al coronavirus e sono stati messi in isolamento alla Casa Bianca. È stato lo stesso presidente americano ad informare il mondo via Twitter, un paio d’ore dopo aver annunciato di essersi sottoposto al test insieme alla first lady e di essere in quarantena in attesa dei risultati del tampone.

Un controllo deciso dopo il contagio contratto da Hope Hicks, la fedelissima consigliera che segue come un’ombra il presidente, in questi ultimi giorni ovunque, anche a bordo dell’Air Force One.

A un mese dal voto per le presidenziali si tratta di una notizia shock che scuote l’America e fa immediatamente tremare i mercati, gettando un’ombra sulla parte finale della campagna elettorale, ora seriamente a rischio. Il presidente, 74 anni, «è in grado di continuare a portare avanti i suoi compiti senza alcuna interruzione», ha subito fatto sapere il suo medico personale.

«È al lavoro e resterà al lavoro», ha assicurato  il capo dello staff della Casa Bianca Mark Meadows.

I suoi sintomi sono leggeri - il messaggio fatto filtrare dall’entourage del presidente - resta di buon umore e lascia sperare in una rapida ripresa. Ma nel frattempo il vicepresidente Pence, a sua volta immediatamente testato e risultato negativo, è stato messo in preallerta, nel caso in cui la situazione dovesse improvvisamente precipitare.

Inevitabilmente saltati per il momento tutti gli appuntamenti elettorali delle prossime ore, quando il presidente era atteso ad un evento al Trump Hotel di Washington e poi nello Stato chiave della Florida. Di fatto una sospensione della campagna per la rielezione che a questo punto non si sa quando e se mai potrà riprendere normalmente, a partire dalla partecipazione ai prossimi dibattiti presidenziali del 15 ottobre a Miami e del 22 ottobre a Nashville. Con il leader dei senatori repubblicani, Mitch McConnell, che ha avanzato l’ipotesi di dibatti presidenziali da remoto.

Intanto alla Casa Bianca è stata una notte di angoscia e di paura, nel timore di scoprire un vero e proprio focolaio al suo interno. Ma con il passare delle ore la preoccupazione si è attenuata, con i test risultati negativi per tutti quelli che in questi ultimi giorni sono stati vicini a Hope Hicks e alla coppia presidenziale: non solo il vicepresidente Pence e la moglie, ma anche Ivanka Trump e il marito Jared Kushner, e i ministri della Giustizia William Barr e del Tesoro Steve Mnuchin. Negativo anche Barron, il figlio quattordicenne di Donald e Melania che vive con loro nella East Wing della residenza presidenziale.

Ma ad essere controllato è stato anche Joe Biden, che martedì sera ha condiviso lo stesso palco col presidente nel primo duello tv in Ohio: il candidato democratico, 77 anni, è risultato negativo, così come sua moglie Jill e la candidata vicepresidente Kamala Harris. Biden, che dopo gli insulti di martedì sera ha inviato gli auguri di pronta guarigione a Trump, può quindi proseguire tranquillamente la sua campagna elettorale, che lo vede impegnato in Stati chiave e in bilico come il Michigan.

Si cerca ora di ricostruire come siano andate le cose.

Secondo quanto riportano alcuni media, citando fonti vicine alla campagna elettorale di Trump, la Casa Bianca sapeva della positività di Hicks già da mercoledì sera, tanto che quel giorno di ritorno da un comizio in Minnesota la consigliera avrebbe viaggiato in una cabina separata dell’Air Force One, uscendo poi dalla parte posteriore dell’aereo una volta arrivati alla base di Andrews. Nonostante ciò Trump non si è messo subito in quarantena, ma è volato il giorno dopo in New Jersey per partecipare a un evento per la raccolta fondi. È lì che avrebbe accusato i primi sintomi, con raffreddore e qualche colpo di tosse. La decisione di sottoporsi al test, quindi, solo dopo il rientro in tarda serata alla Casa Bianca.

Certo, non era questa la October surprise in cui sperava il presidente americano per imprimere una svolta alla sua campagna durante il rush finale verso il 3 novembre.

Saranno i prossimi giorni a dire se The Donald riuscirà ancora una volta a riemergere da una situazione da incubo.


Frattanto, i giuristi e gli esperti spiegano sui media Usa cosa succederebbe nel caso Donald Trump morisse prima delle elezioni.

Uno scenario che finora non si è mai presentato. In tal caso il Comitato nazionale repubblicano (Rnc) avrebbe il potere di rimpiazzarlo tramite i suoi 168 membri: tre per ogni Stato più tre per i sei territori Usa, che hanno a disposizione tanti voti quanti spettano ai loro Stati o territori alla convention per la nomination.

Se i tre membri sono in disaccordo, ciascuno di loro ha diritto ad esprimere un terzo dei voti. Se ci fosse tempo sufficiente, il partito indicherebbe il nome del suo nuovo candidato nelle schede di ciascuno Stato, in teoria facendo ricorso ad un tribunale dove i termini sono già scaduti (quasi ovunque). Ma non ci sarebbe tempo per ristampare le schede, senza contare che in molti Stati è già iniziato l’early vote, ossia il voto anticipato, di persona o per posta. Sembra quindi scontato che il nome di Trump resterebbe nelle schede.

Il rimedio sarebbe possibile successivamente, quando a metà dicembre si riunisce il collegio elettorale. Il decesso del ‘nomineè vincente dovrebbe indurre a votare per il nuovo candidato indicato dal partito anche negli Stati che vincolano a votare per il candidato che ha vinto il voto popolare, in questo caso però morto. Difficile immaginare sanzioni in tale circostanza e in ogni caso sarebbero lievi. Sempre però che il partito riesca ad essere compatto e a proporre un unico candidato, altrimenti potrebbe non esserci un vincitore del collegio elettorale. In questo scenario spetterebbe alla Camera scegliere il presidente tra i tre candidati che ottengono più voti nel collegio elettorale: in tale processo ogni delegazione statale ha un voto e al momento i repubblicani sono in vantaggio.


Donald Trump positivo al coronavirus aumenta l’incertezza sulle elezioni americane, sulle quali gli investitori e i trader sono già preoccupati. Le borse mondiali temono un periodo caotico quando manca poco più di un mese al voto.
«Il mercato è concentrato su Trump ma un completo tracciamento deve essere ancora fatto in questo caso visti i contatti fra i partiti per gli aiuti all’economia», afferma Joyce Chang di JPMorgan. Parlando di elezioni inusuali, Chang mette in evidenza come ci sono già molte domande sulla tempestività dei risultati elettorali e ora il caso Trump rischia di aggiungere rischi.

«I mercati sono impersonali. Dopo un’iniziale reazione la notizia probabilmente avrà un impatto duraturo se verrà considerata in grado di influenzare l’esito delle elezioni o la salute pubblica», osserva Paul Donovan di UBS Global Managament, secondo quanto riporta il New York Times. «La notizia riporta il coronavirus all’attenzione del mercato e solleva molte domande, con poche risposte immediate, a un mese dalle elezioni. La strada della campagna elettorale cambierà inevitabilmente e l’incertezza è aumentata», aggiunge Kit Juckes di Societé Generale.

comments powered by Disqus