Brasile, il Senato degli inquisiti destituisce la presidente Dilma

La più grave crisi istituzionale del Brasile post dittatura si è conclusa con la destituzione della presidente Dilma Rousseff, prima donna a guidare la grande economia sudamericana, che pone fine a 13 anni di governi di sinistra.
Il Senato di Brasilia ha ritenuto fondata l'accusa di aver avallato manovre contabili illegali per mascherare la recessione in vista della campagna per la sua rielezione nel 2014.

I voti a favore sono stati 61 e i contrari solo 20. I senatori hanno però respinto la richiesta di cassare i diritti politici di Dilma per otto anni, che la difesa della presidente deposta era riuscita a far scorporare dal presidente della Corte suprema, Ricardo Lewandovski, dalla prima votazione. Un punto importante a favore della ex presidente, almeno sul piano morale. Visto che l'impeachment - per sua stessa ammissione - costituisce «una condanna a morte politica».

Mai indagata nelle inchieste di corruzione che hanno portato in carcere decine di politici di tutti i partiti, Dilma è stata però condannata da un parlamento composto al 60% da inquisiti.

Michel Temer ha prestato giuramento come 37esimo presidente della Repubblica brasiliano.

In Brasile è salito "al potere un gruppo di corrotti indagati", ha detto Dilma Rousseff, in una proclamazione pubblica poco dopo l'approvazione dell'impeachment a suo carico da parte del Senato. Dopo aver annunciato che ricorrerà "in tutte le istanze" contro la decisione di annullare il suo mandato, Rousseff ha poi sottolineato che il suo "non è un addio, ma un arrivederci fra breve".

Papa Francesco ha fatto giungere una lettera di sostegno alla presidente brasiliana Dilma Rousseff, che oggi rischia di essere deposta con un voto del Senato, secondo quanto ha rivelato Leonardo Boff, uno dei padri della teologia della liberazione brasiliana nonché amico personale del papa argentino.

''Dilma ha ricevuto una lettera di sostegno da papa Francesco, del quale è diventata amica durante la Giornata mondiale della Gioventù di Rio. Ma per rispetto, la presidente non ha voluto renderne noto il contenuto.

Ma so che contiene la condanna di un eventuale golpe e il sostegno alla democrazia di carattere sociale'', ha detto l'ex frate francescano che negli anni Ottanta venne costretto a lasciare il saio per le sue posizioni vicine al marxismo dall'allora cardinale Ratzinger. Boff, che è anche docente di etica ed ecologia ed ha contribuito, inviando suoi testi al Papa, alla preparazione dell'enciclica Laudato sì di Bergoglio, ha definito il procedimento di impeachment ''un golpe della classe dei privilegiati, dei 71 mila ultraricchi che non hanno mai accettato i governi del PT di Lula e Dilma e che non accettano una democrazia sociale per tutti''.

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