Sulla cannabis light una vera sceneggiata

La lettera al direttore

Sulla cannabis light una vera sceneggiata

Egregio direttore, certo che innanzi a taluni episodi, che avvengono nelle aule parlamentari, si fa veramente fatica a pensare quando il nostro Paese si potrà dire veramente civile. Osservo ciò in relazione all’artefatta discussione che i parlamentari dell’area di destra hanno inscenato in occasione dell’emendamento, presentato dal pentastellato Matteo Mantero, circa l’autorizzazione al commercio di “canapa a basso contenuto di tetraidrocannabinolo”; canapa considerata dai più autorevoli farmacologi come una sorta di “camomilla molto forte, un infuso di erbe particolarmente calmante”. L’approvazione della norma avrebbe permesso la produzione e la vendita della “canapa industriale con contenuto di Thc non superiore allo 0,5 per cento”, che produce gli effetti sopraindicati, con effetto quindi che favorisce il sonno e calma l’ansia. Niente quindi a che vedere con la droga. La canapa viene estratta dalla stessa pianta da cui si ricava la marijuana, ma con una percentuale di Thc di gran lunga inferiore alla sostanza che causa gli effetti droganti di euforia e alterazione della percezione spazio-temporale, proprie della droga, La discussione quindi non aveva niente a che vedere con l’annoso dibattito in corso da decenni nel nostro Paese in ordine alla legalizzazione o meno della vendita della stessa; dibattito che vede diversamente orientati chi, come il sottoscritto, pensa che per combattere lo spaccio di droga sia meglio sottoporre la vendita della “roba” al controllo dello Stato, evitando così che i fruitori restino, attraverso il libero mercato, intrappolati nelle maglie criminali della mafia e delle altre criminalità organizzate, e chi continua a sostenere che lo Stato, con la legalizzazione, correrebbe il rischio di favorire la diffusione della droga. Ne discutono animosamente da decenni politici, tossicologi, medici in genere, i vari esperti : insomma tutti. Ma di questo non si discuteva nell’occasione in Parlamento.

Come ho illustrato, l’emendamento, cui rimanevano interessati le aziende agricole e i vari negozi collegati, non riguardava la distribuzione dell’eroina nelle farmacie, ma solo, come accennato, la vendita della “canapa industriale con contenuto di Thc non superiore allo 0,5 per cento”; che aveva la sola sfortuna di presentarsi come “cannabis light”. Infatti il valore semantico di tale parola dava la stura a quella che taluno, con felice immagine, ha definito “propaganda allucinogena”. Infatti i vari Salvini e Meloni, in persona del vice-presidente del Senato Ignazio La Russa, in perenne campagna elettorale, hanno approfittato dell’occasione per gridare, da un lato (Salvini), alla “vergogna di Stato”, presuntivamente evitata dalla Presidente del Senato, Casellati, che ha dichiarato - facendo così da sponda alla propaganda - inammissibile, in relazione alla legge di bilancio in discussione, l’emendamento; dall’altro per dare occasione a La Russa di urlare “drogato” ad un rappresentante del Movimento 5 Stelle. Ne è derivato un parapiglia in aula creato ad arte, suggellato nella sua triste artificiosità dalla frase con la quale Salvini ha alfine ringraziato la Presidente Casellati che, a nome delle comunità di recupero e a nome delle famiglie italiane, aveva evitato la “vergogna dello Stato spacciatore”. E tale incivile manfrina si concludeva in danno di migliaia di addetti al settore della vendita della canapa nelle sue varie forme, che ora si trovano ridotti al lastrico. Che tristezza!


Pietro Chiaro

Forse aiuta a sconfiggere la criminalità

La ringrazio per aver acceso un riflettore su questa vicenda. Le cose si possono quasi sempre guardare da più di un punto di vista, soprattutto quando la politica viene usata come una clava, ma poi esiste il dato reale, quello che molta politica tende non solo a non vedere, ma persino a non considerare. Anche se non è certo di questo che stiamo parlando, come lei ha giustamente precisato, continuo fra l’altro a pensare che anche la legalizzazione delle droghe leggere - con un controllo che ogni farmacia può ad esempio garantire - contribuirebbe a far uscire il Paese da una zona grigia nella quale sguazzano criminali, spacciatori, anche consumatori. I dati sul consumo ci dicono che siamo di fronte a gigantesche fabbriche della morte e dell’illegalità (i dati sul consumo sono a dir poco impressionanti), ma di questo il parlamento preferisce non occuparsi. Ha fatto molto bene a ricordarcelo.

a.faustini@ladige.it

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