Elettrodotto, critiche al nuovo tracciato per il tratto fra Pergine e Civezzano «Pesante l'impatto sul paesaggio»

Ci sarà tempo sino al 7 luglio per presentare nuove osservazioni al progetto di razionalizzazione e delocalizzazione della linea elettrica a 220 kV «Borgo Valsugana-Lavis» (in sigla T.22.290).

Il 18 marzo Terna Rete Italia Spa ha riavviato il procedimento di delocalizzazione dell'elettrodotto attraverso i comuni di Civezzano, Baselga, Pergine, Vignola Falesina, ma l'emergenza Coronavirus ha sospeso tutti i procedimenti sino al 15 maggio.

Mercoledì 10 giugno è stato così ripubblicato (su quotidiani e albi telematici) il progetto a elaborati invariati rispetto all'ultima versione, concedendo un ulteriore mese per la presentazione di osservazioni e pareri, prima dell'avvio della procedura espropriativa e dei lavori.

Se la giunta comunale di Pergine ha espresso due giorni fa parere positivo alla realizzazione della variante aerea dell'elettrodotto a 220 kv «Borgo Valsugana - Lavis», non sono mancati invece rilievi e osservazioni preoccupazioni da parte del comitato «Custodiamo il Paesaggio», che lo scorso 18 aprile ha inviato al ministero dello sviluppo economico e della tutela ambiente-territorio, e a Terna Rete Italia Spa le proprie osservazioni.

«Siamo intervenuti più volte sul tema inviando le nostre osservazioni sin da marzo 2015 - si legge nel testo del Comitato firmato dal referente ingegner Sven Hermann -; è stato rimarcato il grande interesse turistico ricreativo dei luoghi interessati dal passaggio della "linea 3", lesivo di risorse primarie a livello turistico-alberghiero».

Tra le contrarietà espresse i notevoli esboschi legati a Vaia, e l'avvio di nuove opere pubbliche come l'Ippovia del Trentino, il collegamento ciclopedonale con il Pinetano e la sistemazione della «strada della Volpare»

«Dalla relazione geologica sono emerse criticità allarmanti, geologiche e idrogeologiche - rileva il Comitato -: è stato evidenziato che i sostegni 30A, 38A e 39A (Croz de la Roca e zona delle Volpare, sopra Serso) sono in aree ad elevata pericolosità geologica e buona parte del tracciato è sottoposto al pericolo di caduta massi, richiedendo delle barriere paramassi».

Altri sostegni - 42A (Croz del Cius), 45A (sopra l'acquedotto della Ciomba) e 47B (sorgente di Valar) - «ricadono in aree di rispetto idrogeologico di alcune sorgenti utilizzate a scopo potabile, con la necessità di tutele contro danni a tali risorse idriche».

Altri rilievi riguardano il valore paesaggistico: «Alcuni sostegni impattano con le percezioni panoramiche ed elementi storico-culturali rilevanti (sommità di colli o crinali, l'area della Croce della Rocca e la zona Assizzi - Vignola inserita in Rete Natura 2000)».

Da qui la ricerca di un progetto più lungimirante e di più ampio respiro, con l'interramento dell'elettrodotto nella piana perginese e tralicci con altezze e assetti secondo le norme sanitarie e paesaggistiche: «Soluzioni alternative forse più dispendiose e lontane nel tempo - conclude "Custodiamo il Paesaggio" - ma il problema del costo potrebbe essere il meno rilevante: a Pergine si pensa all'interramento di un tratto di ferrovia (1.200 metri) al costo di 20-30 milioni di euro».

L'obiettivo di fondo del progetto è passare da un datato elettrodotto di 9,7 km con 32 sostegni a una nuova tratta di 11 chilometri con 29 tralicci, liberando dalla presenza dell'impattante e pericolosa linea ad alta tensione una delle zona più urbanizzate e abitate di Pergine (a sud-ovest della ferrovia), ma anche inserendo nuovi tralicci, con altezza tra i 15 ed i 42 metri e campate di 400 metri, sulla collina del Montengian e tra le frazioni di Buss, Serso, Canezza e Viarago, per quanto riguarda Pergine.

Ma ovviamente sono interessati anche altri territori, dove non mancano le manifestazioni di contrarietà per l'impatto paesaggistico. La nuova linea elettrica a 220 kV «Borgo Valsugana-Lavis» (in sigla T.22.290)  secondo Terna Rete Italia Spa migliorerebbe l'affidabilità dell'alimentazione del sistema elettrico, diminuirebbe le perdite di trasmissione e coniugherebbe gli interventi di sviluppo con le esigenze ambientali richieste dalla provincia.
Un progetto presentato ancora nel giugno del 2014, ma che non è ancora partito: prima la reazione negativa delle comunità locali (oltre 1.500 le firme raccolte) e ora tante osservazioni e critiche anche del comitato «Custodiamo il Paesaggio», con la richiesta di prevedere l'interramento dei tratti più impattanti dell'elettrodotto soprattutto sulla collina del Montengian (dai sostegni n. 34 al 45).

Anche nel territorio di Civezzano si è diffusa la preoccupazione per l'impatto che l'elettrodotto avrebbe sul verde paesaggio delle parecchie frazioni collinari interessate dal tracciato ipotizzato da Terna. Togliere i tralicci da un'area urbanizzata e giù segnata diverse infrastrutture impattanti (come la superstrada) per trasferirli in un'area oggi più preservata, andandola a penalizzare, viene ritenuta dai critici un'iniziativa poco coerente con la tutela paesaggistica (si nota, fra l'altro, l'ipotesi di un traliccio sul dosso di Penedallo, uno dei piccoli promontori più visibili sulle colline della zona). Perciò anche nelle frazioni di Civezzano c'è un certo fermento e ci si sta muovendo per organizzare un confronto allo scopo di evitare che quello che viene presentato come un intervento migliorativo abbia in realtà effetti paesaggistici pesanti, dovuti proprio alla modifica del percorso esistente.

Quest'ultimo è visibile in giallo nella foto (clicca per ingrandire), mentre in rosso è indicato il tracciato del nuovo elettrodotto proposto da Terna.

 

 

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