Finisce a processo il ladro di particole

Il ladro è stato identificato e denunciato

Persino le particole consacrate diventano oggetto di furto. Ma il ladro questa volta è stato identificato e denunciato. L’uomo ha confessato ai carabinieri e chissà - forse si è andato a confessare anche con il parroco della chiesa di Mattarello dove aveva commesso il reato il 9 aprile scorso. Ieri il processo a carico di S. C.  - sardo d’origini con residenza a Pergine, ma in realtà senza fissa dimora, difeso dall’avvocato Giuliano Valer - è stato rinviato.

A scoprire il furto era stato il parroco di Mattarello, don Duccio Zeni. Poco dopo mezzogiorno di quel 9 aprile, il sacerdote aveva appoggiato sull’altare della chiesa di San Leonardo, a fianco del tabernacolo, una teca dorata custodita in una busta di stoffa. Al suo interno c’erano oggetti di valore, ma religioso non patrimoniale: quattro particole consacrate. Nell’uscire dalla chiesa il parroco aveva inserito il sistema d’allarme che poco dopo iniziò a suonare. Don Zeni tornò rapidamente sui suoi passi trovando in chiesa un uomo a lui sconosciuto. Questi disse di aver notato un ragazzo che fuggiva di corsa. In realtà il sacerdote intuì fin dall’inizio che non c’era alcun fuggitivo, il ladro aveva ritenuto più prudente restare in chiesa e far finta di nulla.

A distanza di qualche settimana i carabinieri riuscirono a identificare il ladro. Era un personaggio già noto alle forze dell’ordine. L’uomo fece spontanee dichiarazioni confessorie. Disse di essere stato ubriaco e senza soldi. Spiegò di essere entrato in chiesta dopo aver visto il parroco che si allontanava in bicicletta. Prese la teca credendo che contenesse denaro, invece all’interno c’erano le particole consacrate. Particole mai recuperate: il ladro, in stato confusionale, diede la teca ad un marocchino mai identificato.

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