Quasi 2 chili di marijuana «casalinga», 20enne patteggia 9 mesi

È stato processato per direttissima il 20enne trentino finito agli arresti domiciliari perché deteneva quasi 2 chili di marijuana. L’indagato ha spiegato al giudice di non aver coltivato le piantine di cannabis, ma di averle trovate durante una passeggiata in montagna con il cane. Dopo il raccolto clandestino, il giovane avrebbe allestito un vero e proprio essiccatoio in una casetta abbandonata che si trova nei pressi dell’abitazione di residenza della famiglia sulla collina di Trento. L’indagato, sentito durante l’udienza di convalida, ha  scagionato il fratello 17enne.

Il “laboratorio” di essicatura è stato scoperto casualmente dal proprietario dell’immobile che sabato doveva far vedere la casetta ad un possibile acquirente. I carabinieri del Radiomobile hanno poi rintracciato i proprietari dello stupefacente sequestrando in totale 1.838 grammi.

La difesa, sostenuta dall’avvocato Maddalena Mottes ieri ha chiuso il procedimento patteggiando con il pm Alessandra Liverani una pena minima vista la quantità di “erba” sequestrata dai carabinieri in parte già pesata e divisa in sacchetti. La pena applicata dal giudice Giovanni De Donato è stata di 9 mesi e 300 euro di multa con il doppio beneficio della sospensione condizionale e della non menzione. Superfluo dire che il giovane ora dovrà rigare dritto.

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