Casse rurali: in 5 anni 176 bancari in pensione

Entro i prossimi cinque anni 176 dipendenti delle Casse rurali trentine e della Federazione della Cooperazione su un totale di 2.208 matureranno il diritto alla pensione. Negli ultimi dieci anni il personale delle Casse è già diminuito del 10%, dai 2.309 bancari del 2008 ai 2.078, di cui 80 a termine, di fine 2018. Se si considera il livello massimo di dipendenti raggiunto nel 2010, pari a 2.324 unità, il calo è di 246 addetti.

Nessuno di loro però è stato licenziato. Anzi, in 187 sono stati prepensionati grazie al Fondo occupazione di Federcoop e sindacato Fabi. Ma i processi di fusione tra banche e il piano industriale del gruppo Cassa Centrale, che risentirà delle stringenti indicazioni della Bce, spingeranno a ulteriori riduzioni di costi e di personale. Così il Fondo si prepara ad accompagnare alla pensione in anticipo, entro tre anni, buona parte se non tutti i 176 che ci sono vicini.
Ieri mattina si è riunita in via Segantini l’assemblea di Ebicre, l’ente bilaterale delle Rurali di cui sono soci il sindacato Fabi e la Federazione. L’assemblea è costituita da 24 componenti: 12 per la parte datoriale e 12 per quella sindacale. All’Ente fa capo la gestione del Fondo per l’occupazione (Focc), che si occupa anche di formazione, riqualificazione professionale e ricollocazione.
Dalla costituzione nell’ottobre 2015 al 31 dicembre 2018 Ebicre ha accompagnato il prepensionamento di 187 lavoratori del settore.

Contemporaneamente ha permesso la conferma a tempo indeterminato di 50 giovani dipendenti che erano precari. L’Ente tutela anche i lavoratori di Federcoop. Tra prepensionamenti agevolati dal Focc e spostamenti di dipendenti nel gruppo Cassa centrale, la Federazione ha perso nell’ultimo anno 40 addetti, scendendo dai 170 di fine 2017 ai 130 di fine 2018.

Federazione, Rurali e sindacato hanno assunto con propri provvedimenti l’impegno a continuare le contribuzioni al Focc per il triennio 2019-2021. Le quote sono state rimodulate, applicando una riduzione del 20%. Per ciascun dipendente a tempo pieno le Rurali verseranno 1.600 euro l’anno. La partecipazione dei lavoratori si concretizzerà invece con la trattenuta sul cedolino paga mensile di una contribuzione di importo variabile in base all’inquadramento e con la rinuncia a giorni di ferie. Anche amministratori e sindaci concorreranno attraverso la rinuncia ad alcuni gettoni di presenza. In tutto, in questo modo, verranno raccolti altri 10 milioni di euro in tre anni.
Come ha spiegato il presidente di Ebricre Italo Stenico, vice della Cassa Rurale di Trento, i contributi deliberati per il prepensionamento e l’assunzione di nuovi giovani sono ammontati alla data del 31 dicembre 2018 a 10,5 milioni.

Il Fondo interviene abbattendo mediamente del 30% il costo dell’esodo. In situazioni di criticità il contributo è superiore. Ulteriori 1,6 milioni sono stati investiti per la valorizzazione delle professionalità esistenti. Con il concorso dell’Agenzia del Lavoro sono stati organizzati 67 corsi di formazione coinvolgendo 1.300 lavoratori. Temi principali: le nuove tecnologie in ambito bancario e le nuove competenze per la consulenza col cliente.
«Auspichiamo - aggiunge Stenico - che in futuro si ricorra al Focc anche per promuovere la mobilità di dipendenti tra Casse rurali attraverso il passaggio diretto o il distacco temporaneo nel caso di situazioni di criticità organizzativa».

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