Debito italiano alle stelle, supera il 130% del Pil

Come già annunciato dalle previsioni economiche Ue di primavera, il rapporto debito/pil italiano tocca il suo record: sfonda la soglia del 130% e con il 130,3% raggiunto nel primo trimestre 2013 diventa la seconda spesa pubblica più elevata d'Europa, con il primato che resta alla Grecia con il 160,5%. Il numero è, purtroppo, rilevante anche rispetto al resto del mondo: l'Italia è sesta nella classifica mondiale, secondo i dati Fmi del 2012

Come già annunciato dalle previsioni economiche Ue di primavera, il rapporto debito/pil italiano tocca il suo record: sfonda la soglia del 130% e con il 130,3% raggiunto nel primo trimestre 2013 diventa la seconda spesa pubblica più elevata d'Europa, con il primato che resta alla Grecia con il 160,5%. Il numero è, purtroppo, rilevante anche rispetto al resto del mondo: l'Italia è sesta nella classifica mondiale, secondo i dati Fmi del 2012. I primi cinque sono Giappone (236,56%), Grecia (160,5%), Saint Kitts e Nevis (144,91%) Giamaica (143,3%) e Libano (135,25%). Gli Usa hanno un debito di 107,18%.
Restando all'Europa, e andando un po' indietro negli anni, il debito italiano e quello greco si sono sempre contesi i primi due posti. Dal 1993 al 2007 era l'Italia la maglia nera della Ue. Nel 2008 ci sorpassa la Grecia, ma i dati prima di allora sono poco attendibili perchè fu appurato che il governo truccava le statistiche per dare numeri migliori ad Eurostat. Il debito italiano è esploso nel 2012: rispetto al 2011 guadagnò oltre 7 punti percentuali portandosi al 127%.
Nonostante questo, il governo lavora ancora per restituire i soldi dovuti alle imprese. Sono già quasi 16 i miliardi a disposizione degli enti locali e delle amministrazioni pubbliche per pagare i debiti con le imprese. Tra erogazioni finanziarie vere e proprie, rimborsi fiscali e deroghe al patto di stabilità interno, il Tesoro ha di fatto sbloccato 15,7 miliardi di euro (sui 20 totali previsti per quest'anno) che ministeri, regioni, province e comuni stanno già iniziando a dirottare progressivamente verso le aziende assetate di liquidità, dando un contributo capace, secondo il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni, di «alterare in positivo» le condizioni in cui versa l'economia italiana.
L'iter procede dunque secondo i tempi previsti, tanto che il governo, ha annunciato Saccomanni, potrebbe anche decidere, alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, di procedere ad una nuova tranche di pagamenti, anticipando parte, o addirittura tutto, l'importo previsto per il 2014 (altrettanti 20 miliardi).
A settembre sarà infatti completata la mappatura dei debiti voluta dall'esecutivo, che dovrebbe dare finalmente un quadro certo dell'ammontare del fenomeno. Finora i dati della Banca d'Italia stimavano un importo totale di circa 90 miliardi. Ma il dato, ha spiegato il ministro, è stato elaborato «dal lato dei creditori, non delle amministrazioni debitrici come invece stiamo tentando di fare ora». Una volta fotografata la situazione con precisione, una volta verificato che il meccanismo di erogazione degli enti locali funziona senza intoppi e con le condizioni finanziarie adatte all'emissione di titoli di Stato necessari alla copertura, sarà quindi possibile decidere l'importo della nuova tranche. «Non vedo ostacoli di carattere politico, solo tecnico-operativo», ha puntualizzato il titolare del Tesoro, non escludendo l'ipotesi di anticipare a quest'anno tutti i 20 miliardi del 2014.
Anche perchè, i nuovi pagamenti porterebbero nelle casse dello Stato anche nuova Iva, quantificabile secondo Saccomanni nel 10-15% dell'importo ed utilizzabile per coprire eventuali nuove misure. Ad esempio un ulteriore rinvio dell'aumento dell'Iva fino al 31 dicembre, come ipotizzato in questi giorni dalla stampa.

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