Sci / Il caso

Desolazione Panarotta: impianti chiusi per il secondo anno, poca neve e futuro incerto

Un Ponte dell’Immacolata tristissimo sulla montagna del Lagorai: annunci di interventi e cordate, ma la realtà è fatta di abbandono quasi totale

PANAROTTA.  Tracce ed orme di lepri ed ungulati si confondono con le tracce lasciate dall'uomo. Un silenzio ovattato di neve (poca, per la verità) fa sembrare tutto lontano. Solo il vivace parlottare di qualche bambino con la sua famiglia ricorda che questo luogo era un tempo culla attiva e dinamica dell'inverno valsuganotto. Questo luogo è la Panarotta, l'8 dicembre 2023. Giorno in cui, in passato, la montagna era affollata per l'apertura tradizionale degli impianti e delle piste.

Magari l'apertura non era completa, una parte di comprensorio non era disponibile, ma ad ogni modo o con neve naturale o con l'aiuto di quella prodotta dai cannoni sulle piste si sciava.Ieri, invece, la Panarotta era tutt'altro. Non assomigliava a quella montagna ricca di vita, ma nemmeno a quella vissuta senza impianti, solo "al naturale".

La temperatura sarebbe stata più che favorevole alla neve artificiale (alle 11 il termometro al parcheggio delle piste segnava -7 gradi centigradi), dal cielo scendeva una leggera nevicata a coprire con un leggero strato bianco quella poca neve rimasta dalle nevicate di novembre, in quanto ad inizio dicembre anche a questa quota ha piovuto.Ma anche se finora, ufficialmente, da nessuna delle parti coinvolte è arrivata una nota ufficiale, la sensazione è quella di una montagna sospesa, inchiodata al suo destino che tuttavia nessuno è in grado ancora di decifrare pienamente, con tutti gli indizi che fanno propendere per un'apertura (al momento promessa a parole) per la stagione invernale 2023/2024.

A ieri, solo un cannone per la neve è stato messo a dimora, a metà della pista "Malga": gli altri sono coperti da teloni all'esterno dell'immobile di deposito a Cima Esi. Il gatto delle nevi e un trattore sono pure parcheggiati all'esterno, coperti dall'ultima neve. Sugli impianti di risalita non sono state installate le seggiole. Lo chalet è chiuso. Il parcheggio degli impianti è in parte occupato da tronchi e mezzi per la loro lavorazione.L'8 dicembre 2023 segna una fotografia della montagna che non ha bisogno della didascalia.

Senza impianti aperti, se il meteo non è favorevole, le persone non sono invogliate a recarvisi. Solo qualche famiglia con bambini piccoli si avventura lungo le piste con le slitte, per trascorrere un po' di tempo scivolando sulla neve. Dei turisti dal sud Italia si avventurano per un centinaio di metri nella neve, fino al limitare del bosco. Solo qualche persona più volenterosa invece si attrezza con ciaspole, ramponi e bastoncini, per incamminarsi nel silenzio.

Quello che traspare è che la montagna è vissuta "al naturale" solo con il meteo favorevole, magari con un approdo caldo a fungere da base. Ieri invece gli unici locali aperti erano quelli al Compet, dove si sono animate anche diverse seconde case raggiunte dai proprietari, oltre alla ristomalga Montagna Granda (che ha riaperto proprio ieri), nell'omonima località ai piedi delle piste. Chiuso, invece, fino a marzo il rifugio Malga Masi sul versante di Vetriolo: il gestore si è trasferito anche quest’anno sulle piste di Andalo.

La nevicata, che nel giro di un paio d'ore ha pure smesso di scendere dal cielo, non ha certo invogliato a salire in quota come avrebbe fatto, al contrario, in caso di impianti aperti. La folla, com'era prevedibile, si è fermata a fondovalle, ai mercatini, oppure negli altri comprensori sciistici che hanno invece aperto.In Panarotta tutto sembra sospeso, irrisolto, in bilico. Le discussioni sulla destinazione della montagna, i progetti, gli annunci: tutto appare lontano.

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