Montagna / Motori

Provincia, freno al primo Dolomiti Brenta Rally: interferisce con due riserve naturali

Gli organizzatori dell'evento sportivo presentatao ad Andalo e in calendario il 22 e 23 aprile dovranno modificare il percorso previsto. Fra le preoccupazioni dell'ente pubblico il rischio che sia disturbata la nidificazione degli uccelli. Si ripropone il tema dell'impatto dei grandi eventi in area montana, peraltro affrontato dalle recenti linee guida provinciali che parlano fra l'altro di "senso del limite" e "riscoperta del bene del silenzio"

di Domenico Sartori

TRENTO. Non è un no secco, definitivo. Ma la Provincia mette un po' di sabbia nel motore che gira a tutta velocità della organizzazione del primo "Dolomiti Brenta Rally".

Se non altro, il tracciato va cambiato, perché interferisce con le aree protette.

Tra gli organizzatori c'è entusiasmo.

Un sogno che si avvera per Christian Toscana, pilota di rally che vive ad Andalo e che si è avvalso, per pianificare in ogni dettaglio l'evento, del supporto dell'Asd (associazione sportiva dilettantistica) PowerStage di Vicenza, presieduta dal copilota e amico Enrico Tessaro.

Il Dolomiti Brenta Rally è stato presentato nei giorni scorsi in piazza ad Andalo, davanti a sindaci e assessore al turismo della Provincia, Roberto Failoni. L'evento è frutto di lavoro organizzativo di tre anni.

È in calendario nel primo settimana dopo Pasqua, il 22-23 aprile: sei prove speciali, in tre diverse frazioni che si ripeteranno due volte, per complessivi 55 km di distanza competitiva.

Il Rally toccherà Andalo (epicentro della manifestazione), Fai della Paganella, Cavedago, Sporminore, Campodenno, Comano Terme e Fiavé, che saranno sedi di tappa e delle prove speciali.

Gli organizzatori hanno evidenziato che l'intero percorso delle gare si svolgerà all'esterno del Parco Adamello- Brenta, ai piedi delle Dolomiti, non "dentro".

L'ambizione, anzi, è di fare diventare il Rally un evento di richiamo, proprio come lo sono le Dolomiti.

Se non tocca il Parco, il Rally lambisce però un paio di riserve naturali: interferenze possibili su cui si è espresso il Servizio sviluppo sostenibile e aree protette della Provincia, diretto dall'architetta Angiola Turella.

Il percorso "Sporminore", con partenza il località Crescino, è in stretta prossimità con il margine sud-occidentale della Riserva naturale provinciale (Zsc e Zps) "La Rocchetta"; il percorso "Lomasona", con passaggio e prove su strada comunale, è tangente alla porzione settentrionale della Riserva naturale provinciale (Zsc) "Torbiera Lomasona".

L'area de "La Rocchetta", spiega la dirigente Turella nella nota di riscontro inviata al presidente di Asd PowerStage, Enrico Tessaro, «è tutelata, fra le altre peculiarità, in quanto importante sito di nidificazione e sosta di avifauna, fra cui le garzaie».

E lo stesso vale per la riserva della "Lomasona". Il problema sta nel fatto che, secondo la Direttiva Habitat, vanno sottoposte «a valutazione di incidenza anche attività, piani e progetti situati all'esterno di un sito protetto, ma che potrebbero avere un effetto significativo su di esso».

Al dunque, per il percorso "Sporminore" ci dovrà essere una verifica preventiva di incidenza in particolare per l'«aumento significativo dei livelli di inquinamento acustico, ottico/luminoso o elettromagnetico e il rilascio o l'emissione di altre sostanze inquinanti». Più delicato il percorso "Lomasona", per «la pressoché totale assenza di fonti di inquinamento acustico in loco, unita alla delicatezza del periodo in cui si svolge l'iniziativa».

È il periodo della nidificazione. Per cui, annota la dirigente Turella, «si ritiene che l'effettuazione della manifestazione con le modalità descritte sia in contrasto con le norme di protezione della Riserva naturale provinciale che stabiliscono il divieto di provocare rumori molesti».

Conclusione: gli organizzatori presentino la documentazione di verifica preventiva di incidenza per il percorso "Sporminore" e trovino un'alternativa di tracciato per il percorso "Lomasona".

Al fondo, si ripropone il tema di sempre: il senso, in una provincia che turisticamente si propone con il "Respira. Sei in Trentino", dei grandi eventi, dal mega concerto di Bob Sinclair sullo Spinale, sopra Madonna di Campiglio, nel 2018, al concerto di Giorgio Moroder ai 2.200 metri dell'Alpe Tognola in Primiero, nell'aprile 2019, al Camp Jeep (600 mezzi rombanti tra l'area di Ces e la Tognola), sempre in zona Primiero nel luglio dello stesso anno, fino ai decibel del Blasco a San Vincenzo il prossimo maggio.

Nel dicembre 2019, la giunta provinciale, su proposta dell'assessore all'ambiente, Mario Tonina, approvò le linee guida per gli eventi in montagna.

Linee ricche di concetti come senso del limite, freno al turismo di massa, riscoperta del bene silenzio, perché «ci sono luoghi e ambiti dove il piede dovrebbe posarsi leggero, quasi senza lasciare traccia del passaggio, e le Alpi sono uno di questi luoghi».

Ed il silenzio «è un patrimonio da tutelare al pari di specie e habitat, non solo per la conservazione degli ecosistemi ma per il nostro benessere».

Le linee guida ci sono. Poi, contano i fatti.

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