L'asteroide «catastrofico» è passato venerdì, ma senza pericoli per la Terra

E' passato venerdì mattina, alle 5:54 (ora italiana), l'asteroide del grande bluff: chiamato 2006 QV89, era sfuggito ai telescopi per 13 anni facendo credere di poter colpire la Terra lo scorso 9 settembre, ma in realtà ha fatto solo un 'saluto' passando a una distanza di tutta sicurezza (quasi 7 milioni di chilometri, oltre 18 volte la distanza Terra-Luna), come calcolato nelle ultime ore dagli esperti dell'Agenzia spaziale europea (Esa).

"Questo piccolo asteroide, del diametro di 27 metri, passerà a una velocità di 9,4 chilometri al secondo rimanendo ben al di fuori della zona di rischio", aveva rassicurato Luca Conversi, manager del Neo Coordination Centre dell'Esa a Frascati.

Scoperto nell'agosto del 2006 dal progetto di ricerca Catalina Sky Survey, l'asteroide QV89 aveva fatto perdere le sue tracce dopo appena dieci giorni, lasciando agli astronomi pochissimi dati riguardanti la sua posizione. I software usati per il calcolo delle orbite e la previsione del rischio di impatto avevano previsto che avrebbe avuto una probabilità su 7.000 di colpire la Terra il 9 settembre 2019, "ma il livello di incertezza della previsione era davvero molto elevato", sottolinea Conversi. Questa indeterminatezza ha impedito agli astronomi di rimettere l'asteroide nel mirino: "la zona del cielo in cui cercarlo era troppo ampia", sottolinea l'esperto Esa.

"Pur non conoscendo la sua esatta traiettoria, però, sapevamo in che punto del cielo si sarebbe dovuto trovare se fosse stato realmente in rotta di collisione con la Terra: così il 4 e 5 luglio scorso lo abbiamo cercato in una regione precisa del cielo con il Very Large telescope (Vlt) dell'Osservatorio europeo meridionale (Eso) in Cile, e non lo abbiamo trovato". Grazie a questa "osservazione negativa", i ricercatori hanno potuto escludere il rischio di impatto. "Infine, ad agosto, un gruppo di ricercatori americani in collaborazione con Marco Micheli del Neo Coordination Centre è riuscito a ritrovare l'asteroide e le nuove misure – conclude Conversi - ci hanno permesso di raffinare le previsioni per domani".

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