Cormorani, via alla caccia Obiettivo: 75 abbattimenti

di Angelo Conte

Abbattimento di un massimo di 75 cormorani per ridurre i danni che il volatile produce rispetto all’equilibrio ambientale dei fiumi trentini. Da domenica è partito il periodo durante il quale la Provincia autorizza la caccia di selezione degli uccelli, dando attuazione a linee guida che arrivano dall’Europa e che vengono messe in atto anche attraverso la collaborazione dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). A dare l’ok agli abbattimenti, a livello territoriale, è stata una determinazione della Provincia che, firmata dal dirigente del Servizio foreste e fauna, Maurizio Zanin, chiarisce periodi, numeri e ragioni degli abbattimenti.
Nell’operazione, coordinata dalla forestale provinciale, è stata coinvolta anche l’Associazione provinciale cacciatori che ha inviato alcuni propri aderenti a corsi di formazione ad hoc per prepararsi alle uscite per abbattere i cormorani.

ABBATTIMENTI PER ZONA

I 75 cormorani, a livello territoriale, sono stati divisi per le diverse zone in cui scorrono i fiumi trentini. In particolare, per quanto riguarda il territorio attraversato dal fiume Adige, gli abbattimenti previsti complessivamente sono 25. Di questi 3 nel tratto compreso tra il confine con Bolzano e il ponte della Cacciatora a San Michele, 13 dal ponte della ferrovia sempre a San Michele e la confluenza con il torrente Vela e 3 dalla diga di Ala a Borghetto. Altri 2 ciascuno potranno essere abbatuti dalla diga di Mori alla confluenza con il torrente Ala, dalla confluenza col Rio Cavallo allla confluenza col Rio Coste e dalla confluenza col Fersina a quella col Rio Cavallo. Nove esemplari potranno essere abbattuti lungo il torrente Avisio, di cui 5 da Serra di S. Giorgio a Lavis fino alla diga di Stramentizzo e gli altri 4 dal lago di Stramentizzo escluso alla confluenza col torrente Travignolo. Sul Noce ben 19 possibili abbattimenti, con il maggior numero, 12, tra la Rocchetta e la confluenza con l’Adige, tre tra la Rocchetta e la diga di Santa Giustina e 4 tra il lago di Santa Giustina escluso e Ossana. Sul Chiese sono 5 gli abbattimenti previsti, tredici sul fiume Sarca, uno sul Fersina e tre sul Brenta.

SPECIE NON PROTETT DALLA UE

La legge provinciale 9 dicembre 1991 «Norme per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio della caccia» prevede che la Giunta provinciale, su proposta del Comitato faunistico provinciale, sentito l’Osservatorio faunistico provinciale, determina, ai sensi e per i motivi di cui all’articolo 9 della direttiva Ue 147 del 2009, la cosiddetta «Direttiva Uccelli», le specie che eventualmente possono essere abbattute, specificando i tempi, i mezzi, gli impianti e le condizioni, nonché le modalità di cattura e di abbattimento. La direttiva subordina l’attivazione delle deroghe all’assunzione del preventivo parere dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica, ora istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.

I DANNI DEI CORMORANI

La presenza in una stesso territorio dell’uomo con le sue attività e della fauna selvatica può determinare danni alle colture agricole e alle attività silvo-pastorali. In queste situazioni i meccanismi di intervento sono diversificati e possono riguardare: la messa in opera di mezzi di prevenzione del danno o l’indennizzo del danno. Per i cormorani, che causano problemi alla fauna ittica, si punta sull’abbattimento di 75 capi massimi all’anno per cinque anni.

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