Il consiglio dei ministri blinda la competenza sulla caccia

Il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi l’integrazione della norma di attuazione dello Statuto di autonomia in materia di caccia, riconfermando le particolari modalità di esercizio del prelievo venatorio nel Trentino Alto Adige, collegato al regime delle riserve.

La competenza provinciale in materia di caccia e pesca, di parchi e di protezione della flora e della fauna era stata definita fin dal 1974, nel quadro del Secondo Statuto di autonomia. In quella sede era stato riconosciuto che «lo standard di protezione della fauna è disciplinato con legge provinciale, che stabilisce il calendario venatorio e le specie cacciabili, attenendosi ai livelli di protezione risultanti dalle convenzioni internazionali o dalle norme comunitarie introdotte nell’ordinamento statale».

La conseguente gestione delle risorse faunistiche da parte della Provincia autonoma rischiava di essere messa in discussione dallo sviluppo della giurisprudenza costituzionale, in particolare dopo la modifica del Titolo V della Costituzione, nel 2001, che aveva condizionato l’esercizio delle competenze provinciali in materia. Il rischio era che, in presenza  di impugnative alla Corte costituzionale, la legislazione provinciale potesse venire in parte travolta, subendo un’omologazione al resto del Paese.

L’approvazione, oggi, della norma di attuazione da parte del Consiglio dei Ministri, al termine di un confronto durato quasi due anni, ripristina le prerogative delle Province autonome, consolidando le attuali forme di esercizio della caccia, anche nell’ambito dei parchi provinciali, in coerenza con il livello di sostenibilità ambientale e di equilibrio faunistico raggiunto in questi decenni. La nuova norma riconosce inoltre la competenza provinciale a regolare temporanee variazioni dell’elenco delle specie cacciabili previste dalla normativa statale.

«Con questa decisione il rischio di vedere compresso l’esercizio della nostra Autonomia in questa delicata materia, manifestatosi dopo la modifica al Titolo V della Costituzione nel 2001, è stato scongiurato - sottolinea il presidente Ugo Rossi, oggi a Roma - . Nei rapporti con il Governo abbiamo riscontrato un’ampia disponibilità ad accogliere le nostre richieste, che rappresenta anche un riconoscimento della buona gestione dell’ambiente e delle risorse naturali da parte del Trentino».

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