Gli Ibis eremiti sono tornati in volo

Sulla rotta per Orbetello, attaccati da due aquile

Sono tornati in volo, per la loro nuova migrazione guidata dall’uomo attraverso le Alpi, dall’Austria alla laguna di Orbetello in Toscana. Quest’anno sono 26 i giovani esemplari di Ibis Eremita, timido uccello dal becco incurvato, considerato a rischio di estinzione, impegnati lungo la rotta migratoria a guida umana, seguendo in volo due ultraleggeri e le loro mamme adottive. Un volo che dà continuità al progetto «Reason for Hope» che ha come obiettivo la reintroduzione, entro il 2019,  di questo uccello migratore, ormai estinto in Europa. Il progetto è basato su uno studio di fattibilità elaborato a seguito di un esperienza di 10 anni sviluppata nell’ambito del progetto di conservazione della specie dal gruppo Waldrappteam. 

Partiti venerdì scorso, dopo gli addestramenti al volo, come riferisce il capo del progetto Johannes Fritz, hanno percorso la prima tappa di 170 km in 3 ore e un quarto, ad una velocità media di 52 km/h, volando in formazione a «V» e atterrando a Bramberg am Wildkogel. «Una brutta sorpresa è stato l’attacco di una coppia di aquile reali durante il volo - informa Fritz nella pagina Facebook del progetto - ma i nostri ibis si sono comportati nel modo giusto, e dopo l’attacco tutti si sono riuniti sani e salvi allo stormo - Walter e Anne poi sono riusciti a scacciare le due aquile».

Quest’anno, la rotta vede impegnati i piloti e gli uccelli da Bramberg alla Zillertal, al Passo di Vizze, Brunico, Belluno, Valle del Po e Delta del Po, Appennino e Laguna di Orbetello. La migrazione guidata si svolge ormai da anni, nell’ambito di un progetto di reintroduzione cofinanziato dalla Ue (Life+ Biodiversity) con partner in Austria, Italia e Germania.

La migrazione dell’anno scorso, la decima, aveva impegnato per 18 giorni il Walrappteam e 28 Ibis giunti dopo 794 km di volo all’Oasi protetta del Wwf della Laguna di Orbetello. Dopo aver svernato, e aver trascorso circa due anni in Toscana, gli Ibis dovrebbero essere in grado di migrare autonomamente nell’area di riproduzione. Il progetto prevede la creazione di aree di reintroduzione a Burghausen (Baviera), Kuchl (Austria, Salisburgo) e al Bodensee (Baviera) e il raggiungimento del numero di 120 individui.

 

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