Si spacca in tre il grande ghiacciaio dei Forni

La febbre del ghiaccio non si ferma e con l’estate 2015, in quello che è destinato ad essere l’anno più caldo di sempre, in particolare dalla fine di agosto, il più grande ghiacciaio vallivo italiano il «gigante» dei Forni, nel Parco Nazionale dello Stelvio, si è spaccato in tre ghiacciai più piccoli. Negli ultimi 26 anni i ghiacciai italiani delle Alpi Centrali hanno perso duemila miliardi di litri di acqua, pari a 800 mila piscine olimpiche e 4 volte il Lago Trasimeno.

Dati allarmanti che arrivano però da una buona notizia: l’aggiornamento del «Nuovo Catasto dei Ghiacciai italiani», l’ultimo risale agli anni 60 del secolo scorso, presentato nel corso dell’incontro «La febbre del ghiaccio» organizzato dall’Intergruppo parlamentare per il clima Globe Italia alla Camera dei Deputati.

I dati sulla superficie dei 903 ghiacciai italiani «confermano una generale tendenza al regresso»: una riduzione del 30% (da 527 kmq a 370 kmq) negli ultimi 50 anni, a cui si è aggiunta un’ulteriore contrazione del 5% dal 2007 al 2012. La superficie glaciale persa è pari al Lago di Como ed è conseguente al rimpicciolimento dei ghiacciai e alla estinzione di quasi 200 apparati. Lo «scioglimento» dei ghiacciai, acceleratosi negli ultimi anni, è considerato il sintomo più evidente degli effetti ambientali del cambiamento climatico.

Il Nuovo Catasto dei Ghiacciai è stato realizzato dall’Università Statale di Milano, con la partnership dell’Associazione EvK2CNR e della società Sanpellegrino Spa e con il contributo scientifico del Comitato Glaciologico Italiano.

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