Visita nel Padiglione Italia In mostra le bellezze del Belpaese

di Paolo Micheletto

È il Vivaio, non solo di prodotti, ma anche di talenti,l’idea di base del Padiglione Italia per raccontare il nostro Paese all’esposizione universale di Milano. In realtà il Padiglione è un vero e proprio quartiere: una strada di 325 metri lungo cui si trovano una serie di edifici e piazzette che ricreano l’idea dei borghi e mettono insieme tradizione e innovazione. L’Italia di ieri, di oggi, di domani: ad esempio, 1.400 tipi di vino e dispenser automatici per assaggiarli, prodotti tipici da ogni Regione ma anche sicurezza alimentare. La strada attraversa il sito da Nord a Sud, come negli accampamenti e nelle città fondate dai romani faceva il cardo.

Per questo si chiama così: Cardo. All’estremo Nord, al centro della Lake Arena, uno specchio d’acqua di 90 metri di diametro, sorge l’Albero della vita, l’icona del Padiglione, la Tour Eiffel di Expo Milano 2015, la struttura più alta del sito. Accanto, Palazzo Italia, unico edificio lungo il Cardo che non sarà smontato a evento concluso. L’idea con cui lo studio Nemesi&Partners lo ha progettato è quella di creare una foresta ramificata che si erge attorno a una piazza centrale. La costruzione di cinque piani è fatta di acciaio, vetro, calcestruzzo e uno speciale cemento biodinamico creato da Italcementi, che cattura e rende inerti alcuni inquinanti. Si tratta di una malta bianchissima ed estremamente duttile, montata in modo da creare l’effetto dei rami della foresta. 

La visita inizia dalla piazza coperta dove si trovano due statue: un’opera contemporanea creata per Expo e una statua «famosa». Da qui comincia il percorso della mostra che punta sulle quattro forze dell’Italia: saper fare, bellezza, limite e futuro. Il mercato al buio gestito dell’istituto dei ciechi, i mercati rionali, il dipinto della Vucciria di Renato Guttuso, enormi figure in 3D interattive, l’area del Lazio e Roma Capitale sono alcuni degli elementi che si possono esplorare, insieme allo spazio dove firmare la Carta di Milano, sorta di protocollo di Kyoto sul cibo, che il 16 ottobre sarà consegnato al segretario dell’Onu Ban-ki Moon. E poi in cima il ristorante Vip di Peck. Proprio di fronte, si incontra il padiglione dell’Unione Europea e subito accanto il padiglione del Vino con un allestimento creato da Italo Rota, che include una biblioteca del vino, la possibilità di fare degustazioni e anche di vedere un «mare di vino», una sorta di impluvium romano con al centro una vasca che sembra riempita di vino.

Indubbiamente l’Albero della vita fa il suo effetto: con una chioma larga 45 metri, realizzato in alluminio, acciaio e vetro, è contornato da un’ulteriore struttura che riproduce in versione 3D il pavimento ideato da Michelangelo per piazza del Campidoglio a Roma. Ad adornare il tutto, un giardino di piante che corre lungo il tronco e sulla cima. La struttu prenderà vita grazie a una serie di effetti speciali: led, sistemi ad acqua nebulizzata per creare un effetto pioggia, ventagli che si aprono come fiori, palloni che si gonfiano, fari a testa rotante, fumogeni. E quattro torri costruite per diffondere il suono.

Il viaggio nel Padiglione Italia inizia dalla piazza dove ci sono schermi che trasmettono in diretta le voci e i colori di tre mercati (Roma, Palermo e Venezia). Il cardine espositivo è rappresentata dalla mostra dell’Identità italiana, dove in serie si possono «attraversare» le «potenze» italiane: il saper fare; la bellezza, il limite; il futuro.

comments powered by Disqus