Da Trento in Australia per studiare l'impatto delle dighe sui fiumi

Guglielmo Stecca, ingegnere ambientale di Trento, è in partenza con un gruppo di ricerca per la Nuova Zelanda dove sarà impegnato in un progetto sull'impatto delle dighe e sulla gestione e riqualificazione dei fiumi. Il progetto è finanziato per 260 mila euro dalla borsa "Marie Curie - International Outgoing Fellowship".

Scopo del progetto è studiare come i fiumi rispondano ai cambiamenti del regime delle portate e dei sedimenti indotti dalle dighe e sviluppare strumenti che permettano di quantificare, in anticipo, i possibili impatti delle dighe e
quindi cercare di mitigarli oppure, dove i fiumi siano già alterati, proporre strategie di riqualificazione. L'uso delle dighe a scopo idroelettrico è sempre più cruciale nello scenario delle fonti di energia tradizionale. "Lo scopo - spiega Stecca, che passerà i primi due anni in Nuova Zelanda e il terzo a Trento - sarà la definizione di nuove strategie di gestione di alcuni fiumi europei interessati dalla presenza di dighe al fine di recuperarne la salute ambientale.

La Nuova Zelanda fornisce, da un punto di vista europeo, l'opportunità di tornare indietro nel tempo e osservare i fiumi in condizioni quasi originarie. Il fatto che le poche alterazioni prodotte in Nuova Zelanda siano molto recenti dà inoltre la possibilità di studiare i mutamenti negli stili fluviali ancora in atto. Utilizzeremo un approccio che combina tra loro elementi di idraulica, di geomorfologia fluviale, di ecologia e di matematica applicata".

Stecca collaborerà con il professor Guido Zolezzi (Ecoidraulica e Morfodinamica fluviale) e con il dottor Walter Bertoldi (Geologia e Morfologia fluviale), mentre il riferimento scientifico all'Università di Trento è il Gruppo di idraulica ambientale e morfodinamica che da quasi dieci anni sviluppa attività di ricerca interdisciplinare sui corsi d'acqua naturali.

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