Lettere / Il direttore risponde

Israele o Palestina,da che parte stare?

I dubbi e gli interrogativi di una lettrice su una drammatica e irrisolta questione storica. La risposta del direttore, Alberto Faustini

Gentile direttore,leggo l'articolo di Marcello Malfer da titolo «Medio Oriente, perché c'è tanto odio verso Israele» (pubblicato sull'Adige di lunedì 21 giugno 2021) e subito entro in confusione.

Da che parte stare? Da anni sono combattuta e in cerca di una verità su tale questione.

Da un pellegrinaggio in Terra Santa ho visto i muri che delimitano le varie aree. Ho sentito di territori sottratti ai palestinesi, delle difficoltà per accedere ad ospedali, documenti e lavoro per la gente comune.Non si sa quanta colpa possa avere il popolo, quanto sia consapevole di essere usato e manipolato dal fondamentalismo.

E tanto altro ancora.

Poi i problemi per Israele e per gli ebrei nel trovare riconoscimento al diritto di una Patria o semplicemente per poter "esistere" come popolo. Troppo complicata questa questione per riuscire a schierarsi, per sapere dove sono i torti e le ragioni.Per questo preferisco stare a vedere.

Per questo continuerò a sperare, come faccio da decenni, che un mediatore capace e illuminato, arrivi presto a dirimere la questione e ad assegnare territori, diritti, doveri, pace e serenità a questi nostri fratelli.

Paola Svaldi


Mediazione possibile solo se tutti faranno un passo indietro

Le confesso, e in parte l'ho scritto (riferendo di considerazioni e pensieri sorti in me dopo vari viaggi di lavoro in quei luoghi), che la mia posizione non è molto diversa dalla sua.Vedo ragioni e torti da una parte e dall'altra.

E mi spiace che spesso si tratti la questione, delicatissima e figlia di drammi che hanno sconvolto il mondo, con un approccio che ricorda quello delle partite di calcio più che una tragedia come l'Olocausto.Un po' c'è un problema di memoria (dimentichiamo sempre tutto in fretta, anche quando si parla dello sterminio degli ebrei) e un po' c'è un problema di narrazione.

Perché vedere negli ebrei i ricchi e forti e nei palestinesi i poveri e deboli è una grande semplificazione che piace molto.

La realtà, come lei ha ben colto, è assai più complessa. E anche per questo, come lei, aspetto un mediatore illuminato.

 Ma la mediazione sarà possibile solo se tutti, in quei martoriati territori, faranno un passo indietro per farne due avanti, verso un futuro di pace.E solo se il mediatore non vorrà imporre una visione figlia di pregiudizi, di presunte convenienze, di equilibri pensati altrove.

lettere@ladige.it

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