La necessità di ricordare

In un mondo in cui i negazionisti sono alla ribalta, la necessità di Memoria (non solo della Shoah) è diventata vitale. Lo scrive un nostro lettore, risponde il nostro Direttore, Alberto Faustini

La necessità di ricordare

Caro direttore, è appena passato il 27 Gennaio, giornata della memoria.
1) Memoria per ricordare l’Olocausto, lo sterminio di milioni di persone. Con la responsabilità nazismo e della follia di Hitler, vennero sterminati oppositori politici, ebrei, omosessuali, rom, handicappati, testimoni di Geova e gente comune. Una parte di colpa l’ha avuta l’indifferenza di tanta gente e di tanti che sapevano e hanno taciuto, la memoria serve soprattutto per ricordarci di non commettere più quegli errori.
2) Memoria per ricordare la nostra Resistenza in Italia, l’uccisione di tanti partigiani e di tanta gente comune, donne, bambini uomini, da parte dei nazisti e fascisti. Il sacrificio dei partigiani, le loro battaglie, la loro tenacia, sono servite per conquistarci la libertà e la democrazia.
3) Memoria per ricordare i nostri fratelli, morti nel deserto, nei lager libici e in mare, persone che fuggono da schiavitù, dalla fame, da guerre e da sofferenze inumane. In mare muoiono perché dai paesi ricchi vengono in parte respinti. Paesi con tanta gente egoista che non hanno una briciola di umanità.
4) Memoria per ricordare che tanti profughi muoiono di freddo e fame, sono abbandonati a se stessi al freddo al gelo, alle intemperie invernali senza alcun riparo, sono a due passi dal confine italiano, sono in Bosnia, Croazia, Ungheria e altri paesi e non si fa quasi niente per aiutarli, salvo qualche associazione di volontariato.
5) La memoria serve per ricordare gli sbagli fatti e che si fanno, da non commettere più, e per combattere l’indifferenza e l’egoismo. Con grande responsabilità, dobbiamo praticare i veri valori della vita, di uguaglianza, di solidarietà, di giustizia sociale, di democrazia e di fratellanza dentro un progetto pieno di umanità.

Francesco Lena


 

Purtroppo il negazionismo va di moda

Memoria è un concetto che andrebbe davvero declinato al plurale. Solo così sarà sempre possibile riempire ogni singola memoria di ricordi diversi, dando spazio anche alla complicità dimenticata o cancellata, all’indifferenza ignobile, al silenzio senza giustificazioni. Dov’era l’umanità mentre la disumanità la schiacciava? Dov’erano gli occhi di chi si girava dall’altra parte, di chi vendeva informazioni e donne e uomini e bambini? Dov’erano le persone che poi sono fuggite o che si sono riciclate o trasformate come se niente fosse? A queste domande, oggi, possono in un certo senso rispondere solo i testimoni oculari. Ma molti di loro non ci sono più. E senza di loro non sarà difficile solo ricordare ciò che è successo, ma, per alcuni, anche credere che sia successo davvero. I negazionisti (e il negazionismo) vanno infatti sempre più di moda. Non sottovalutiamolo. Proteggiamo dunque anche i piccoli episodi e le grandi e sconvolgenti verità che custodiamo nei nostri pensieri.

lettere@ladige.it

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