Incontro tra madre e figlio, bello ma “fuorilegge”

La lettera al direttore

Incontro tra madre e figlio, bello ma “fuorilegge”

Gentile direttore,
mi scusi, ma siete sicuri della correttezza di questo comportamento?
Forse prima di dar spazio a notizie come questa (il brindisi fra figlio e mamma al confine fra il Trentino e il Veneto parla alla pancia delle persone, come i nostri cari politici o i talk show pomeridiani delle reti commerciali) serve forse maggior attenzione e accuratezza per evitare di dare false illusioni o far sentire un idiota chi si attiene alle regole.
Purtroppo sono nella medesima situazione. Io vivo a Trento mentre i miei genitori in Veneto, appena al di là del confine, e non li vedo da quasi tre mesi.
Da quanto mi risulta (pur non condividendo la scelta di imporre confini burocratici anziché limiti spaziali/chilometrici) gli spostamenti fra comuni - ancorché in Trentino - sono consentiti solo per motivi di lavoro o salute o per recarsi a visitare congiunti.Nel caso specifico - da quanto riportato nell’articolo - mi sembra che nessuno risieda nè a Vallarsa (il sig. Piacentini è di Dro, ben lontano da Pian delle Fugazze) nè a Valli del Pasubio (la mamma è di Valdagno). Chi era dunque il parente residente in uno dei due comuni che è stato oggetto di visita? Unica possibilità è che mamma e figlio abbiamo raggiunto il confine in bici o a piedi. Purtroppo mi sembra poco probabile: sulla foto ci sono macchine parcheggiate e poi mi chiedo come hanno fatto? Hanno caricato in bici o nello zaino tavolino, torta (arrivata integra), bottiglia per il brindisi, pietanze e magari anche l’ombrellone?
Per scrupolo ho chiamato le Forze dell’Ordine: mi hanno confermato che un simile comportamento, così come presentato su L’Adige, è passibile di sanzione.
Non ho nulla contro il sig. Piacentini e la mamma. Mi sembra eccessivo l’eco e il risalto dato ad un comportamento contrario alle norme. Se le fonti di informazioni fanno disinformazione, forse non usciremo mai dalla pandemia.

Paolo Maccagnan


Abbiamo raccontato una notizia tenera

Rispetto la sua opinione e il suo punto di vista. Ma non abbiamo giustificato un comportamento. Abbiamo raccontato quella che era comunque una notizia. Notizia insieme simpatica e anche tenera (tanto che l’ha poi ripresa anche il Tg1, senza citare le tante altre testate che ci hanno seguito). Per assurdo, quando scriviamo di un furto in banca o di altri episodi sgradevoli, di certo non li giustifichiamo: li raccontiamo. È dunque informazione e non certo disinformazione, raccontare ciò che succede. Anche perché ogni giorno ricordiamo cosa si può e cosa non si può fare, schierandoci sempre dalla parte delle norme e delle regole e invitando le persone a comportarsi in modo corretto. In punta di diritto, le forze dell’ordine che lei ha contattato hanno sicuramente ragione, ma sarebbe interessante seguire un eventuale processo. Decreto e ordinanza dicono infatti che ci si può spostare, ma solo all’interno della regione, per vedere un proprio congiunto. Ebbene, tanto la signora quanto suo figlio si sono spostati all’interno del territorio della loro regione, senza uscirne, per vedere un congiunto. Lo so: è un paradosso. Ma se ci pensa è la perfetta dimostrazione di come si possano interpretare le regole, dimostrandone anche i risvolti assurdi. In quanto all’eco, le dico che a colpire non è stata la violazione della legge, ma il desiderio di una mamma - sola, vedova da tre anni - di rivedere un figlio. E il desiderio di un figlio di rivedere la madre. No, non ci vedo proprio disinformazione. Mi spiace. Ci vedo, semmai, un’interpretazione forzata delle norme. Per una nobile causa. In fase due, quando comunque molti di noi hanno potuto incontrare i loro cari. Mi spiace che lei non possa riabbracciare i suoi. Se può consolarla, io ho una figlia che vive e lavora a Londra. Non la vediamo da mesi e, senza soffermarmi su una nostalgia che strappa il cuore, le dico che siamo molto preoccupati. Per ragioni che può intuire. Proprio non me la sento di condannare madre e figlio che si sono visti, senza varcare il confine, a Pian delle Fugazze.

lettere@ladige.it

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