Passeggiate su Marte? Sono soldi sprecati

La lettera al direttore

Passeggiate su Marte? Sono soldi sprecati

Caro direttore,
certamente, e tolgo dal dizionario dei sinonimi e contrari, sono un retrogrado, retrivo, arretrato, oscurantista, ecc, perché leggendo oggi sul tuo (nostro) giornale la notizia che lo scienziato Paolo Bellutta di Rovereto si appresta a guidare la jeep sul Marte, mi sono venute le caldane. Sarà colpa dell’andropausa, sarà colpa del mio essere terra terra, ma vedendo ’sta roba in prima pagina, accanto alle altre sul “coronavirus” e sue conseguenze, non ce l’ho fatta più e sono, tra me e me, sbottato, paragonandola a quanto nei giorni scorsi e, continuamente, stanno dicendo scienziati, virologi, medici, che si devono aumentare i fondi per la sanità.
Diceva, giorni or sono su un network internazionale, una eminente personalità, che nel mondo (ma anche nel nostro Belpaese) negli ultimi anni sono stati tolti milioni e milioni di dollari alla sanità, dirottati verso altri obiettivi non primari.
Come, tornando a Bellutta, le passeggiate su Marte, le rincorse di comete con la sonda Rosetta, i sorvoli su Plutone e via elencando, con obiettivi che non sono ben chiari a noi oscurantisti, retrogradi, eccetera, eccetera. Certamente, la ricerca è alla base del progresso umano e sociale, ma vedere investiti miliardi in studi (per non parlare degli armamenti) che, al momento, credo, servono a poco, mentre basta un esserino invisibile per provocare pandemie e stragi in molti Paesi, causare crisi economiche che mettono in ginocchio famiglie, comunità, Stati interi, è certamente incomprensibile. Credo che tutte quelle risorse, energie, menti eccelse impiegate per lo spazio, debbano prima essere impiegate per debellare la fame nel mondo, ad assicurare a tutti un’assistenza sanitaria efficiente, a trovare soluzioni e presidi validi in vista di altre pandemie che, gli scienziati lo hanno già previsto, nel futuro colpiranno ancora l’umanità di questa piccola terra.
Che serve andare su Marte se basta poco per farci morire sul nostro bellissimo pianeta?

Giancarlo Angelini - Riva del Garda


Chi evade le tasse ruba al Paese la "salute"


Parto dalla fine: il tuo e nostro giornale resta tuo e nostro e deve molto ai colleghi, come te, che ci hanno tenuto per mano in anni lontani. In parte però dissento da quanto mi scrivi. Mi spiego: se tu parlassi solo di corsa agli armamenti - come fai nella seconda parte della tua lettera - o di altri denari spesi non si sa bene come e non si sa bene perché, ti seguirei totalmente, ma qui parliamo di scienza e, per quanto possa apparire assurdo, non c’è un confine così netto fra scienza e... scienza. Molte delle cose che si sono sperimentate per andare sulla luna, oggi risolvono tantissimi dei nostri problemi (non solo in campo sanitario) e “andare” su Marte significa, anche dal punto di vista simbolico, togliere zavorre dai pensieri dei nostri scienziati, dal loro nodo di pensare e progettare l’impossibile. Ed è proprio ciò che ci serve per sconfiggere il Covid-19, se ci pensi. Genio, sogno intuizione, fantasia, capacità di andare oltre, persino un po’ di sana follia. Secondo me le due grandi questioni da affrontare sono altre, fra loro connesse. La prima è che disponiamo di un servizio sanitario pubblico efficiente che viene pagato solo da alcuni di noi: chi evade le tasse ruba infatti al Paese anche la “salute” e danneggia una straordinaria macchina sanitaria alla quale ricorre senza averne il diritto, forse persino lamentandosene. La seconda è che in zone come la Lombardia s’è puntato sul business delle cliniche private anziché sull’efficienza delle strutture pubbliche, tagliando letti e letti per inseguire determinati risultati economici, senza capire che non si può fare business sulla sanità. Confesso, come ho scritto altre volte, che fra un’azienda sanitaria e un’unità sanitaria preferirò sempre la seconda, perché anche nella semantica, a volte, si trova il senso di determinate politiche. A proposito di politica: spero che chi ci governa, ad ogni livello, a pandemia finita inizi a ragionare e decidere in modo molto diverso.

lettere@ladige.it

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