Bolzano e Trento all’opposto contro il Covid

La lettera al direttore

Bolzano e Trento all’opposto contro il Covid

Egregio Direttore, Le chiedo la cortesia di aiutarmi a capire: come mai Bolzano ha “aperto” in una misura notevole la possibilità di passeggiare, fare acquisti, portare a spasso i bambini, e Trento no? Eppure questa pandemia dovrebbe averci insegnato che occorre una politica comune a livello planetario o in subordine quanto meno a livello europeo. E in Italia? Non ci siamo fatti mancare nulla e abbiamo diversificato a livello regionale. Ma non basta: pare che si debba dipendere dai provvedimenti di ogni singolo sindaco.
Vede Direttore, mi rendo conto che riprendere le fila del discorso partendo dall’«alto» (cioè dalle politiche mondiali e via via all’ingiù fino a noi poveri cittadini) è un percorso assai arduo. Ed allora mi sono detto: iniziamo il discorso dal «basso» cioè dai Comuni a noi vicini, da Bolzano e Trento, per chiarirsi. Da loro o da chi decide per loro, cioè dalle rispettive Province Autonome, che sono tanto autonome che non riescono a definire una politica comune, bensì operano in maniera “autonomamente” diversa. Evviva l’Autonomia, allora! Di che ci lamentiamo? Comunque grazie se mi aiuta a capire l’arcano.

Claudio Colbacchini - Trento


 

L'eccesso di prudenza è difficile da contestare

Va detto prima di tutto che i dati, in Alto Adige, sono diversi. Anche nel vicino Alto Adige il coronavirus ha colpito duramente, ma con un’intensità diversa. Poi va aggiunto che s’è scelta fin dall’inizio una via diversa: obbligo di mascherine ovunque e maggior libertà in cambio dl rispetto di questa regola. Ci sono poi due importanti questioni politiche. La prima: il sindaco di Bolzano ha fatto più di un’ordinanza per dare un po’ più di spazio ai suoi concittadini (poter stare fino a 200 metri da casa o fino a 400, come ha consentito Caramaschi a Bolzano, fa una differenza enorme). D’intesa col presidente Kompatscher lo stesso sindaco ha poi permesso ai bolzanini di muoversi liberamente a piedi nell’intero territorio comunale. Sempre con la mascherina (anche se qualcuno fa il furbo e la porta sotto il mento). E così hanno fatto molti altri sindaci. Qui - prima questione politica - la sensazione è che presidente e sindaco non si parlino e che il sindaco si sia chiamato fuori da tutta la partita. Peccato. La seconda questione politica è più spinosa: la sensazione è infatti che Fugatti avrebbe voluto forse fare qualcosa di diverso, ma non sarebbe stato (politicamente) carino prendere decisioni diverse o forse persino opposte rispetto a quelle dei colleghi governatori leghisti Zaia e Fontana. Detto questo, l’eccesso di prudenza è sempre difficile da contestare. Il futuro dirà comunque chi si è mosso meglio.

lettere@ladige.it

 

comments powered by Disqus