Tutti insieme sul Titanic Niente sarà più come prima

La lettera al giornale

Tutti insieme sul Titanic

Caro Dottor Faustini, certo supereremo questa tempesta batteriologica ma, dopo, poco o quasi niente potrà essere come prima. Siamo alcuni miliardi di pseudo viaggiatori più o meno consapevoli di essere "sparpagliati" su una entità spaziale che ci "scarrozza" per l'universo, quasi ignorandoci gli uni con gli altri e fra una etnia e l'altra. Indifferenti alle "scaramucce" in alcuni quadranti terrestri, sanguinose guerre fratricide con lo sterminio di generazioni. Il tutto a cadenza criminale, con intervalli minimali di alcuni decenni. Ora no, il sig. Corona ci ha trasformati negli ideali "passeggeri" dei Titanic.

Tutti enfaticamente baldanzosi, rassicurati dalla presunta inaffondabilità della grande nave, finché non s'è scontrata con qualcosa di ben diverso e infinitamente più grande del virus che sta angariando i passeggeri del globo terracqueo, ora tutti coinvolti, alla stregua di quelli del Titanic, nello scontro all'ultimo sangue contro un nemico invisibile che ignora i quadranti geografici e non fa distinzione fra etnie, così come sul Titanic non c'è stata alcuna distinzione fra le classi, omogeneamente e inesorabilmente inondate e inghiottite dall'oceano. Ecco affiorare la consapevolezza dell'essere tutti sulla stessa barca, quindi poco o niente potrà essere come prima, con una Umanità più "omogeneizzata" e, finalmente, forse affratellata.

Giovanni Meli


 

Ma dimenticheremo in fretta

Mi piace l'immagine di un popolo globale che sa riscoprire la fratellanza. Stando ad alcuni gesti e ad alcune decisioni (prese, rinviate e ripensate), sembra che non ci sia proprio unità d'intenti. Ma un po' d'ottimismo non guasta. Sconfiggeremo il Titanic. Anche se non tutti ce la stanno facendo, purtroppo. Temo poi che fra qualche anno ci dimenticheremo (anche) di questa tragedia, tornando a vivere come prima. Divisi e litigiosi. In un universo ancor più fragile.

lettere@ladige.it

comments powered by Disqus