Ucraini rifugiati in Ungheria,"da qui una nuova vita"

di Fausto Gasparroni (ANSA) - BUDAPEST, 29 APR - "Santo Padre! Grazie mille per avermi permesso di condividere con Vostra Santità la nostra storia e la nostra gratitudine a nome dei rifugiati dell'Ucraina". E' iniziata così, durante l'incontro di papa Francesco con i poveri e i rifugiati nella chiesa di Santa Elisabetta d'Ungheria, a Budapest, la testimonianza di una famiglia di profughi ucraini, Oleg Yakovlev, la moglie e i loro cinque bambini. Oleg e la sua famiglia sono parte del milione e mezzo di cittadini ucraini che all'inizio della guerra hanno lasciato le loro case e si sono rifugiati nella vicina Ungheria, e hanno parlato anche a nome degli altri connazionali presenti all'incontro col Papa. "Nel maggio 2022, a Dnipropetrovsk e in altre città sono esplosi missili per tutta la notte e sono crollati molti edifici - ha ricordato Yakovlev, fermandosi a tratti per la commozione -. Quando la nostra famiglia si è trovata in pericolo, abbiamo deciso di trasferirci. Io e mia moglie Lyudmila abbiamo cinque figli, Daniel, Maria, Alexandra, Iliya ed Elizaveta, e per proteggere le loro vite abbiamo pensato di non avere altra scelta che partire". "Non sapevamo quando avremmo avuto di nuovo un tetto sopra la testa - ha raccontato -. Ma dove andare? Una volta, 46 anni fa, ho prestato servizio come cuoco-soldato in Ungheria e ancora oggi mi ricordo bene l'ospitalità e la cordialità degli ungheresi, ho anche imparato un po' la lingua". "Sapevo che se fossimo fuggiti, saremmo andati in Ungheria, anche se Budapest è molto lontana, più di 1500 chilometri da Dnipropetrovsk - ha proseguito -. Il viaggio è durato diversi giorni, eravamo molto stanchi, potevamo portare con noi ben poco. Quando siamo arrivati in Ungheria, nel primo periodo ci sono state brave persone a preoccuparsi di fornire una sistemazione per la nostra famiglia e ci hanno dato l'aiuto di cui avevamo bisogno". "In seguito siamo stati accolti nel Centro di Integrazione della Caritas Cattolica - ha detto ancora Oleg -. Abbiamo ricevuto un aiuto finanziario tangibile sotto forma di voucher, che è stato un salvavita per la mia famiglia nei primi giorni di povertà, e ci ha anche dato incoraggiamento e speranza. Per noi e per i nostri figli, l'Ungheria è stata l'inizio di una nuova vita, di una nuova possibilità. Qui siamo stati accolti e abbiamo trovato una nuova casa". "Molti hanno sofferto e soffrono ancora per la guerra - ha sottolineato -. Siamo molto grati a Vostra Santità per aver fatto sentire la sua voce per la pace e per essersi schierato a favore delle vittime della guerra, e siamo anche grati per l'affetto dei fedeli cattolici e per le loro preghiere che non solo ci aiutano ma ci rafforzano". "I miei figli hanno preparato una canzone di ringraziamento per gli operatori della Caritas Ungheria, che vorremmo suonare adesso anche al Santo Padre - ha quindi aggiunto -. In questa canzone, la nostra famiglia intende esprimere allo stesso tempo il rispetto per le vittime, la gratitudine per chi li ha aiutati, il desiderio di pace e la preghiera. Dio ci benedica tutti. Pace e armonia!". Al termine, i sette componenti della famiglia sono stati salutati calorosamente dal Papa. (ANSA).