Scontro treni in Puglia,cominciate repliche prima della sentenza

(ANSA) - TRANI, 15 GIU - Con la replica del procuratore della Repubblica, Renato Nitti, che ha chiesto al Tribunale di Trani di confermare nella sentenza prevista per oggi le conclusioni già formulate dalla pubblica accusa, è ripresa l'udienza del processo per il disastro ferroviario del 12 luglio 2016, avvenuto lungo la tratta Andria-Corato delle Ferrovie del Nord Barese, gestita da Ferrotramviaria. Nello scontro frontale tra due treni, determinato - secondo l'accusa - da un errore umano e da mancati investimenti per la sicurezza, morirono 23 persone e altre 51 rimasero ferite. I treni - l'Et1016 proveniente da Corato, e l'Et1021 proveniente da Andria - viaggiavano su un binario unico alternato regolato col sistema del blocco telefonico, ritenuto dal pm Marcello Catalano "non sicuro ed obsoleto". Un sistema in base al quale i capistazione si scambiano dispacci per autorizzare la partenza dei treni verso la stazione successiva. Fu così che dalla stazione di Andria fu concesso alle 10.45 il via libera per la partenza dalla stazione di Corato dell'Et1016 e, senza aspettare l'arrivo di questo convoglio nella stazione di Andria, fu fatto partire alle ore 11:00 l'Et1021 verso Corato. L'impatto ad alta velocità tra i due convogli fu inevitabile. Dopo la strage, la circolazione sulla tratta fu bloccata ed è ripresa solo il 3 aprile scorso. I binari ora sono due e sono dotati di moderni sistemi di sicurezza automatizzati. Il pm ha chiesto 15 condanne a pene comprese tra i 12 e i 6 anni di reclusione e un'assoluzione. Ai vertici della società sono contestate una serie di violazioni dei doveri di coordinamento, organizzazione, direzione e controllo che avrebbero contribuito al verificarsi del disastro ferroviario. Per Ferrotramviaria è stata chiesta la sanzione amministrativa di 1,1 milioni, oltre alla revoca delle autorizzazioni, licenze e concessioni per l'esercizio dell'attività (fra cui il certificato per la sicurezza) per un anno, oltre alla confisca di 664.000 euro, somma che - secondo l'accusa - la società avrebbe dovuto investire per mettere in sicurezza la tratta con la realizzazione e l'uso del blocco conta assi sulla Corato-Barletta. Accuse che sono respinte dalle difese (ANSA).