Presidente Tribunale Milano, 'manca risposta a strage 2015'

(ANSA) - ROMA, 09 APR - "La risposta giudiziaria a quanto avvenuto qua nove anni fa è stata insoddisfacente e noi stessi ci rendiamo conto che non possiamo intervenire per l'assenza di risorse quando vogliamo aumentare i presidi di sicurezza". Sono le parole usate dal presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia nel corso della commemorazione che si è tenuta nell'aula della seconda sezione penale, dove esattamente nove anni fa l'imprenditore Claudio Giardiello, a processo per bancarotta, uccise a colpi di pistola l'avvocato e testimone Lorenzo Claris Appiani, il coimputato Giorgio Erba e poi, nel suo ufficio, il giudice Ferdinando Ciampi. "La risposta giudiziaria è stata insoddisfacente, a parte la condanna dell'autore materiale della strage, che poteva avere anche più vittime (ci furono due feriti) per come era stata programmata e per le falle nella sicurezza in un luogo che ritenevamo sicuro", ha spiegato ancora Roia in aula gremita, alla presenza dei familiari delle vittime, dei vertici degli uffici giudiziari milanesi e dell'avvocatura. "Quando vogliamo aumentare i presidi in un palazzo frequentato da 6-8 mila persone al giorno - ha aggiunto Roia - ci sentiamo impotenti perché le risorse sono assicurate da un organo terzo, il Ministero della Giustizia, che sta molto distante e questa è la discrasia del sistema. Morire sul lavoro e in un luogo che credevamo sicuro è inaccettabile". Sul fronte della sicurezza sotto processo era finito solo uno dei vigilantes privati che erano all'ingresso quel giorno: assolto in primo grado, condannato in secondo e morto per un malore mentre era in attesa dell'appello bis, dopo la Cassazione. Nel frattempo, la causa civile intentata a Brescia, contro il Ministero, il Comune di Milano e la società privata di vigilanza, dai genitori dell'avvocato, Aldo Claris Appiani e Alberta Brambilla Pisoni, non è ancora arrivata a sentenza, dopo che le udienze sono terminate da oltre un anno. "Tutti noi parenti rimasti siamo superstiti del dolore", ha detto nell'aula dove il figlio venne ucciso, commossa, la madre di Lorenzo Claris Appiani, parlando anche del disegno di legge che sta promuovendo con la sua associazione per le vittime della "incuria" dello Stato. La cerimonia, organizzata dall'associazione Milano Legal Team, costituita da magistrati e avvocati appassionati di basket, si è svolta nella stessa aula della seconda sezione penale del Tribunale che 9 anni fa è stata la scena di una strage e ha visto la partecipazione dei vertici degli uffici giudiziari milanesi e dei presidenti della Camera Penale e dell'Ordine degli Avvocati milanesi, Valentina Alberta e Antonino Lalumia. "Quel giorno - ha detto il giudice Ilio Mannucci Pacini - c'è stato un attacco agli attori della giurisdizione in quanto tali, ossia di chi amministra la giustizia con ruoli diversi, l'avvocato, il magistrato, il cancelliere e il testimone". Un fatto, ha spiegato il Presidente della Corte di Appello, citando S›ren Kierkegaard per distinguere il ricordo dalla memoria - il primo è un fatto "intimistico", la seconda è "conoscenza e riflessione" - che allora, quando si era diffusa la notizia "ci lasciò sgomenti. Non sembrava vero che in un tempio della giustizia fosse avvenuto un fatto di tale gravità. Il tempio era stato violato". Tra i familiari delle vittime, oltre ai genitori di Lorenzo Claris Appiani, anche Mario Ciampi, il figlio del giudice freddato nella sua stanza: "Era un magistrato limpido ma dal carattere molto duro e severo - ha affermato - . Era una persona senz'altro difficile da approcciare dal punto di vista professionale, ma era anche appassionato di dritto, del suo lavoro". (ANSA).